Accetta il consiglio…per questa volta

Questa sera, senza motivo apparente, mentre tornavo a casa mi è tornato in mente questo  brano, che Linus compose riadattando il monologo finale del film The big Kahuna.

Quanti consigli  ho ricevuto in vita mia? Sorprendentemente pochi: invece, ho  ricevuto molti ordini. Una persona qualunque li accetta, ma è anche consapevole che un consiglio sarebbe meglio. Forse è stata anche colpa mia: ho percepito come un ordine ciò che voleva essere un consiglio, confondendo le due cose.

Forse la causa è un problema molto comune: sono il fratello maggiore. Per tutta la vita, non ho avuto altro riferimento che i miei genitori, i miei nonni, i miei insegnanti: tutti appartenenti  ad una, due, finanche tre generazioni precedenti.

Confrontarsi con le generazioni precedenti è difficile: i problemi che hanno dovuto affrontare i trentacinquenni nati prima di me sono molto diversi da quelli che dobbiamo affrontare io ed i miei coetanei.  Per questo ogni consiglio è inutile. Anche sei più vecchi si prodigano in consigli, i più giovani raramente li seguono: un po’ per sana ribellione, un po’ perché è difficile adeguare ai tempi odierni le esperienze remote.

In genere, si tende a consigliare su questioni che noi giudichiamo importanti:

  • Il giusto metodo di studio,
  • Come risolvere i diverbi
  • Come comportarsi in determinati frangenti

Se una qualsiasi persona li accetta, ne siamo ben contenti, un suo eventuale rifiuto non è visto come l’espressione della propria individualità. Faccio una domanda provocatoria: chi ha mai ricevuto un consiglio su come comportarsi nella vita di tutti i giorni? Penso pochi : scommetto anche che quei pochi abbiano agito di testa loro.

Forse, la colpa è dell’individualismo della società moderna: ci atteggiamo Superuomini, vogliamo controllare tutto, sorvolando sulle cose che sono elencate nel testo della canzone che ho scelto.

Ascoltatelo: accettate il consiglio, per questa volta.

 

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