Sono un uomo con una disabilità evidente…

Ezio Bosso e la sua disabilità
Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con una disabilità che non si vede

Ci sono frasi che mi colpiscono come un pugno allo stomaco per la loro schiettezza e la loro forza. La frase di Ezio Bosso di stasera fa parte di questo insieme

Sono un uomo con una disabilità evidente in mezzo a tanti uomini con una disabilità che non si vede

La parola disabilità non mi piace, perché nel linguaggio comune è usata come una doppia offesa:

  • Nei confronti di chi è apostrofato in questo modo pur non essendolo
  • Nei confronti di chi si trova in una situazione che non ha voluto

In questo caso, però, non ci sarebbero termini migliori.

Di quale disabilità sta parlando Bosso? Posso solo avanzare un’ipotesi: quella che io chiamo cecità emotiva, meglio nota come superbia!

Perchè prolifera la superbia? Eppure dovremmo sapere che è uno dei sette peccati capitali. Potrebbe essere un buon titolo per un saggio di Alberoni , di Crepet, ma sembra che l’ultimo ad occuparsene sia stato Dante.

Mi correggo, scusate: l’ultimo ad occuparsene è stato il marchese Onofrio Del Grillo. Proprio il personaggio interpretato da Aberto Sordi, sosteneva, infatti

Io so’ io… e voi non siete un cazzo!

La verità è anche le persone con disabilità hanno delle abilità. Bosso ne è l’esempio illuminante.

Se escludiamo i personaggi famosi, però, il disabile è percepito come diverso. Già questo rappresenta un problema, ma c’è n’è un secondo ancor più grave: spesso percepiamo tutte le altre persone (disabili o meno, poco importa) come diversi.

Sicuramente, tutti noi sappiamo svolgere al meglio un determinato compito. Questo è sicuramente una buona cosa, ma consideriamo quasi disabile (condizione che dovrebbe essere decretata da specialisti) chi non è in grado di fare una determinata cosa, perché ci sembra facile.

La realtà è ben diversa: dovremmo sempre provare a metterci nei panni dell’altro.

 

4 pensieri riguardo “Sono un uomo con una disabilità evidente…”

  1. Da “disabile” posso solo darti ragione e dire che tutti i termini che si cercano per non “offendere” sono paradossalmente molto più offensivi di quanto sia lo stesso deficit. Su questo post ci sarebbe da aprire una bella disquisizione filosofica, perchè è un articolo molto intenso, carico di mille significati.

    Proprio oggi facevo una analoga riflessione, e dicevo tra me e me: maledetta uguaglianza!
    Già, può suonare strano, ma il voler essere tutti uguali è solo una copertura ipocrita per nascondere l’incapacità di accettare l’altro “diverso”. Il rischio è quello che si vede ogni giorno, ossia che da una parte si cerca di standardizzare, perdendo la propria identità ed unicità, e dall’altra di emarginare maggiormente chi è diverso.

    Si confonde l’uguaglianza dei diritti e dei doveri con l’uguaglianza di pensiero e di azione.
    Cosa c’entra tutto questo con il post? impariamo a chiamare le differenze con il loro nome, senza aver paura di essere offensivi; perchè è l’atteggiamento offensivo, non la parola.

    Non conosco Bosso, ma penso che si riferisca al suo essere diverso (in quanto talento) ed esserne consapevole ed orgoglioso contrariamente a quanti, invece, hanno preferito l’abnegazione del proprio essere diverso pur di essere accettati da una società omologatrice e standardizzante.

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