Tre cose non devi fare nella tua vita: chiuderti, chiudere e farti chiudere

 

Tre cose da non fare nella vita
Tre cose non devi fare nella tua vita: chiuderti, chiudere e farti chiudere

Ho sempre amato il modo di vivere proposto dalla filosofia Zen, perché richiama la semplicità: bastano tre concetti per cambiare la propria prospettiva.

Questo proverbio Zen è, come tutti gli altri, molto semplice

Tre cose non devi fare nella tua vita: chiuderti, chiudere e farti chiudere

Almeno, lo è in teoria…un po’ meno lo è in pratica nella vita di tutti i giorni, per non parlare dei contesti più articolati.

Da abitante del profondo Nord, noto spesso un atteggiamento di chiusura verso le culture diverse dalla nostra, forse perchè non le comprendiamo: il referendum sulla Brexit ne è un esempio lampante!

La gente (io incluso) tende a commettere proprio i tre errori elencati:

  • Non parlare liberamente di sè, che equivale a chiudersi
  • Non accettare apertamente l’opinione altrui, che equivale a chiudere
  • Non difendere costantemente la propria opinione, che equivale a farsi chiudere

Credo che il motivo fondante sia semplicemente la paura: nessuno vi dirà di aver paura di ciò che consideriamo diverso, ma i suoi comportamenti vi faranno toccare con mano i sentimenti del vostro interlocutore.

Faccio un esempio antirazzista tramite una domanda provocatoria

Quanti di coloro che si professano contro gli emigranti hanno provato a parlare con Senegalese per farsi raccontare la loro vita?

La risposta è semplice. Non parlando mai con un senegalese (ma avrei potuto parlare di qualsiasi altro popolo straniero) cadiamo nel primo dei tre errori: chiudiamo le porte in faccia al prossimo.

Lo stesso potremmo dire sia di altri popoli che accogliamo, sia dei casi in cui siamo (o siamo stati) noi il popolo ospite. Non so se ridere o piangere pensando che ci fa paura proprio ciò che non conosciamo. Cercando di aprirsi di più, tutto potrebbe essere molto più semplice.

 

 

 

 

Finché saprò ancora emozionarmi…

E finché saprò ancora emozionarmi, saprò che le delusioni non hanno vinto
E finché saprò ancora emozionarmi, saprò che le delusioni non hanno vinto

Come lo scorso 22 maggio, anche oggi non ho trovato informazioni sull’autore (o l’autrice) della frase di stasera…so solo che è molto condivisa su tumblr

E finché saprò ancora emozionarmi, saprò che le delusioni non hanno vinto

A me ricorda il proverbio

finché c’è vita, c’è speranza

 

ma suona grandiosamente meglio. I  proverbi sono come una canzone monocorde, questa frase è una sinfonia di Mozart, capace di emozionarmi al primo ascolto!

Naturalmente, esistono emozioni negative e positive e – ancor di più – è meglio sentire le seconde rispetto alle prime. Ma quando non siamo in grado di emozionarci? Quando proviamo delle delusioni. Piuttosto che non sentire il dolore che proviamo, crediamo sia meglio non provare più nulla.

Può andare bene per qualche giorno, almeno fin quando il dolore si placa un po’. Se, però, diamo troppo spazio al silenzio dentro di noi, diventiamo un po’ i protagonisti della Storia infinita: il nulla si impossessa del nostro mondo, non lasciando spazio ad altro.

A chi non è mai capitato di rimanere deluso? Immagino la reazione:

  • Frustrazione
  • Rabbia
  • Pianti
  • Tristezza

E chissà cos’altro ancora! Non sono sensazioni piacevoli, concordo…ma sono emozioniciò che ci fa sentire vivi! Se non provassimo più nulla per lungo tempo, diventeremmo un po’ l’antitesi di Pinocchio: da bambini veri diventeremmo burattini.

Nella vita reale, essere burattini non è una gran cosa, anche se – a prima vista – può sembrarlo: faremmo tutto ciò che gli altri richiedono. Non avremmo più nessun motivo di  litigare ma, contemporaneamente, non potremmo neanche esprimerci in modo libero.

Naturalmente, non si possono controllare le emozioni, però possiamo imparare ad esprimerle in modo corretto.Se proprio non riuscissimo a tenere tutto dentro, potremmo sempre tirare qualche pugno ad un sacco da boxe. Sfogheremmo tutto in palestra.

 

 

Bomber

https://www.youtube.com/watch?v=HEgWL74GIsk&sns=fb

 

Da bambino, come molti altri, ero appassionato dei film con Bud Spencer, spesso in coppia con Terence Hill.

I miei genitori poco apprezzavano questi film: privi di senso profondo e pieni di scazzottate.

Il cinema serve anche a questo, in fondo: a regalare un paio d’ore di spensieratezza…ma non solo.

Anche nei film meno profondi ho sempre trovato una morale. In Bomber, che ho scelto proprio per omaggiare Carlo Pedersoli, trovo ancora oggi molti spunti:

  • A tutti dovrebbe essere data un’opportunità
  • Tutti dovrebbero almeno una persona che crede in lui
  • Si deve sempre giocare pulito, in ogni occasione

Scusate la critica, ma la realtà è molto diversa: istintivamente, ognuno gioca per sé stessoCome dicevo ieri, tutti noi siamo guidati prima di tutto dall’istinto di conservazione.

Occorre un profondo autocontrollo per domare questo istinto. La maggior parte delle discussioni e dei litigi nasce proprio dall’impossibilità di controllare l’istinto di conservazione: se mi sento attaccato, io mi difendo.

Paradossalmente, credo che siano le persone più insicure ad attaccare: riassumendo il loro pensiero, potremmo dire

Poiché temo di essere attaccato, io attacco per primo

 

Quando riusciremo a domare questo istinto, vivremo tutti meglio.

 

 

Buonasera, Londra (V per Vendetta)

 

Oggi è un giorno triste per Londra, nonostante non sia il 5 novembre, anniversario della congiura delle polveri, Oggi è il giorno del risultato del referendum sulla Brexit. Il fatto mi ha ricordato il monologo nel film V per Vendetta.

Leggi tutto “Buonasera, Londra (V per Vendetta)”

Per la musica spendiamo i chilometri migliori

Per la musica spendiamo i chilometri migliori
Per la musica spendiamo i chilometri migliori

In questo blog ho parlato spesso di musica, ma non ho mai detto quando preferisco ascoltare musica.

Preferisco ascoltare musica quando sono  in movimento:

  • Durante i miei viaggi in treno
  • Durante le mie passeggiate
  • Durante ogni spostamento

La frase di stasera, però, è diversa:

Per la musica spendiamo i chilometri migliori

Parla di chi viaggia per ascoltare musica e non di chi viaggia ascoltando musica: anche se non così frequentemente, lo faccio anche io.

Il viaggio pre-concerto è carico d’aspettativa e di ansia contemporaneamente: pregusto l’evento della serata o della giornata e mi faccio mille domande.

  • Troverò un buon posto per ascoltare e vedere i musicisti?
  • Le canzoni mi piaceranno?
  • Avrò contrattempi?

Che ci volete fare? Sono un tipo ansioso. Non ricordo, però, una volta in cui sia tornato deluso da un concerto.

I viaggi della musica, per me,  somigliano ai viaggi della fotografia: dieci chili di bagaglio in posti forse assurdi, ma da cui torno poi con il sorriso sulle labbra.

Credo che la frase di stasera sia piuttosto limitata. Io la modificherei in:

Per le nostre passioni spendiamo i chilometri migliori

E semm partii….

 

Negli ultimi anni, mi hanno suggerito varie volte di trasferirmi all’estero: se un giorno dovessi effettivamente seguire il consiglio, andrò in Olanda. Al momento, però, mi manca il coraggio.

Il motivo è semplice: ogni volta che me lo suggeriscono, mi torna in mente E semm partii di Davide Van de Sfroos ed il famoso proverbio

Partire è un po’ morire

C’è anche un altro motivo, forse poco comprensibile da chi è già partito in cerca di fortuna (e in questo millennio sono già molti): partire significa arrendersi alla situazione e scappare.

Se è vero che sono scappato da Sondrio a Milano, è anche vero che – in quel caso – non avevo scelta:

  1. In Valtellina non ci sono Università
  2. Una volta terminati gli studi, mi ero abituato alla vita milanese

Tornare indietro, questo sì, sarebbe arrendersi e scappare.

 

Mi manca. E glielo sto dicendo con tutto il silenzio di cui sono capace

Mi manca. E glielo sto dicendo con tutto il silenzio di cui sono capace
Mi manca. E glielo sto dicendo con tutto il silenzio di cui sono capace

In trentasette anni di vita ho conosciuto molte persone, in vari ambiti. Alcune le ho conosciute anche recentemente.

Questo semplice fatto mi fa piangere leggendo la frase di stasera

Mi manca. E glielo sto dicendo con tutto il silenzio di cui sono capace

Ogni volta che ho terminato un tratto di percorso della mia vita, ho commesso due errori:

  1. Mi ripromettevo di risentire le persone con cui avevo condiviso tale percorso
  2. Non lo facevo mai

Inutile dire che mi fa soffrire di solitudine e mi fa sentire incompreso….ma ho una dose di responsabilità anche io: ho scambiato il silenzio altrui come non voglia di frequentarmi…Tirandomi la zappa sui piedi.

A chi non mi sente da tempo, vorrei dire: vi penso spesso…Credetemi e scusatemi: è solo timidezza.

 

 

Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una

ViteSecondoUnaConfucio
Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una

A volte mi dimentico che – dietro un monitor – c’è sempre una persona.

Questa mia dimenticanza ha un vantaggio: trovo sorprendente la profondità di alcune frasi, prese dai libri di filosofia.

L’utente che ha condiviso questa frase di Confucio porta il nome di Biagio Antonacci: no, non un omonimoproprio lui (anche se sospetto che ci sia lo zampino dell’ufficio stampa)

Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una

In tempi più recenti, anche Steve Jobs disse una frase simile. A parole, sembra facile raggiungere questa consapevolezza. Putroppo, non è così immediato metterla in pratica.

La maggior parte penserà che ciò sia dettato dalla paura di rischiare. Non nego che ci sia anche questo motivo, ma secondo me c’è una spiegazione ulteriore: siamo incapaci di immaginare una vita diversa.

Se questo ci sembra difficile, credo che ci sia una soluzionerispolverare  i propri sogni.

Alzi la mano chi non ha più di un sogno nel cassetto che non ha mai realizzato! Secondo me, tra questi sogni, ci sarà qualcosa che potrete realizzare. Forse non andrete mai sulla luna (putroppo, mi risulta che la NASA abbia sospeso il programma) ma, per fare un esempio, forse un giorno pubblicherete quel libro che avete in mente da tempo.

Maturità 2016…di Arisa

A luglio andrò a vedere un concerto di Arisa: probabilmente, in quei giorni, qualche studente delle superiori dovrà ancora conoscere gli esiti del poprio esame di maturità.

Questa coincidenza mi ha fatto tornare in mente la parodia di Sincerità che – opportunamente storpiata –  diventa un brano umoristico.

Parlando in generale, mi piace molto ridere e scherzare e – sinceramente – invidio chi riesce a creare testi divertenti da situazioni comuni.

Se ci concentriamo sul testo (quello di questo video), chi non si ricorda il proprio esame di maturità? Probabilmente, gli ex liceali rideranno più di chi – come me – ha fatto un altro percorso di studi.

Le ansie sono comunque comuni a tutti gli studenti: normale che scappi un sorriso, una volta che le preoccupazioni sono solo un ricordo!

Tuttavia, cerchiamo di ricordarci anche come abbiamo vissuto noi quei fatidici giorni di maturità: non credo che molti di noi fossero proprio sereni!

Gli occhi sono inutili quando la mente è cieca

Gli occhi sono inutili quando la mente è cieca
Gli occhi sono inutili quando la mente è cieca

La sagoma di un volto umano tratteggiata con una sottile linea bianca su sfondo nero fa da cornice alla frase di stasera

Gli occhi sono inutili quando la mente è cieca

Leggi tutto “Gli occhi sono inutili quando la mente è cieca”

Resize text-+=