L’inizio degli Europei di calcio mi ha riportato alla mente l’estate di sedici anni fa: la cosiddetta estate italiana, riprendendo la canzone di Edoardo Bennato e Gianna Nannini, inno ufficiale dei mondiali di quell’anno.
Pochi, però, si ricordano la versione inglese di quell’inno: To be number one di Giorgio Moroder.
Il video, ovviamente, risente ancora delle influenze del decennio precedente:
- pettinature cotonate
- inglese usato anche in Italia
- Colori freddi ed elettrici per le ambientazioni notturne
- Colori caldi per le ambientazioni diurne
La storia del video mescola lo spirito di sacrificio (italiano e sportivo) alla capacità di sognare adolescenziale.
Ciò che abbiamo perso (forse a causa dell’età, forse a causa degli eventi) è proprio la capacità di sognare. È una grave perdita: significa perdere la speranza e capacità di immaginare un’alternativa.
Lo ammetto: in passato sono caduto anch’io in questo errore, ma sto cercando di recuperare. Perdere i sogni è un sintomo: la vera malattia è perdere la speranza.
I sintomi di questa malattia li riconosco subito: si tende a trovare una soluzione pragmatica ad ogni problema, lasciando poco spazio alla fantasia.
Non esiste una cura medica per questa malattia: siamo noi che dobbiamo lasciarci andare un po’ di più.
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