
La notizia pubblicata da o La Repubblica che vede come protagonista Lionel Messi merita di essere condivisa. Basta leggere il titolo:
Una maestra a Messi: “Se lasci, i miei alunni penseranno che chi non vince è un fallito”
In breve: il calciatore argentino Lionel Messi aveva preannunciato il proprio ritiro dopo aver perso la terza finale di Coppa America con la propria nazionale.
La connazionale del calciatore Yohana Fucks, maestra elementare, ha scritto alla stella del Barcellona chiedendo di tornare sui propri passi. Ad anni di distanza, sappiamo come sia andata a finire: Messi calza ancora le sue scarpe da calcio.
Da bambino, avrei voluto proprio una maestra così, che capisse l’importanza di avere anche degli idoli – non nel senso religioso del termine – come punto di riferimento…purtroppo, non è stato così, ma non tutte le maestre sono come la mia.
Una persona deve avere un punto di riferimento al di fuori del proprio contesto: in questo modo, potrà capire che esistono anche altri modi di vivere oltre a quello che ha sempre conosciuto. Non solo: ogni modo di vivere deve essere analizzato senza pregiudizio, perché non esistono vite o modi di vivere perfetti.
La maestra – tramite Messi – ha cercato di insegnare una lezione importante ai propri alunni: non sempre si vince, ma non è una sconfitta che determina se siamo falliti. Lo determina il nostro arrendersi quando le circostanze ci sono avverse o quando – dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto – lasciamo perdere.
Se ci arrendessimo, saremmo dei falliti: come nello sport, nella vita dobbiamo insegnare ai nostri figli che non sempre si vince. Inoltre, occorre fare più tentativi prima di ottenere ciò che si vuole. Occorre avere cura del proprio corpo e della propria mente, perciò dobbiamo anche riposare.
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