
La frase di stasera parla del verbo soffrire. È talmente semplice e lineare che trovo difficile aggiungere qualcosa, anche se è stata pronunciata da Fëdor Dostoevskij
Il soffrire passa. L’aver sofferto non passa mai.
Il passato non può essere dimenticato, soprattutto se abbiamo sofferto: Dostoevskij lo sapeva bene, considerando che fu prima condannato a morte e poi graziato all’ultimo minuto.
Parafrasando una battuta de L’attimo fuggente, potremmo dire
Il passato è uno zaino incollato sulla schiena
Io stesso mi sforzo di pensare positivamente al futuro. Tuttavia, sono una persona come tante altre, che deve fare i conti con il proprio passato. A volte è stato pesante, altre volte più leggero…Ma non posso dimenticarlo.
Questo è un concetto che teniamo ben presente quando parliamo di noi stessi, ma mai quando parliamo degli altri. La maggior parte della gente cerca di presentarsi a noi tranquilla, posata e con la faccia di chi ha trascorso un’esistenza relativamente serena.Ciononostante, parla mal volentieri dei momenti in cui gli è sembrato quantomeno di soffrire.
Forse dovremmo considerare anche l’eventualità che può essere anche una bugia che il nostro interlocutore racconta a sé stesso. Quando incontro persone che mi appaiono troppo tristi, mi domando cosa le abbia fatto soffrire: quando incontro persone che mi appaiono troppo allegre, mi faccio la stessa domanda. Qualcosa di non meglio specificato mi fa capire che il mio interlocutore sta celando la sua sofferenza dietro ad una maschera.
Se una persona vi pare troppo serena, state attenti ad altri segnali: con un po’ di esercizio, capirete quanto sta soffrendo o ha sofferto…e, il più delle volte, questa sofferenza è stata insopportabile.
Quello che non so suggerirvi è come fare il passo successivo: come fare a relazionarsi con una persona che porta così tanto soffrire nel cuore?
5 pensieri riguardo “Il soffrire passa. L’aver sofferto non passa mai.”