
Questo non è un blog di notizie, ma alcuni fatti sono talmente scioccanti che è impossibile non parlarne.
La passione per la fotografia mi ha insegnato che – a volte – un’immagine vale più di mille parole.
La notizia della caduta dell’aereo che trasportava i giocatori del Chapecoense non necessita di parole: necessita di silenzio.
Parlare di una tragedia – per quanto grave – lontana nel tempo, è relativamente semplice. Non credo che avrei scritto lo stesso articolo sulla morte di Simoncelli cinque anni fa. Parlare di una tragedia a poche ore dall’evento richiede freddezza e lucidità: io non sono nè freddo, nè lucido.
Sono solo un uomo che ha bisogno di elaborare un lutto particolare. Fino a pochi giorni fa, le persone che vedete nell’immagine scherzavano con i loro compagni con il sano cameratismo che contraddistingue ogni sport di squadra.
Ho deciso di rimanere in silenzio anche per loro: per questo, il post di stasera è sconclusionato.
2 pensieri riguardo “I giocatori infortunati non partiti in lacrime negli spogliatoi”