
Oggi la mia amica Francesca ha condiviso su Facebook una frase di Albert Einstein
Se non lo sai spiegare in modo semplice, non l’hai capito abbastanza bene
Le persone che conosco fanno tutte lo stesso errore: credono che il loro modo di aver compreso una determinata questione sia il più semplice possibile. Pertanto, lo spiegano con parole loro all’interlocutore di turno.
A volte, però, arriva la domanda spiazzante da chi ci sta di fronte. Qualcuno ha l’abitudine di fare la seguente premessa
Me lo spieghi come se fossi un bambino di cinque anni: vuole dire che…?
segue la domanda.
Qualcuno dirà che sto cercando il pelo nell’uovo: no! Come al solito, voglio porvi davanti a delle questioni:
- Non sempre l’impressione di aver compreso una determinata questione corrisponde ad averla compresa veramente
- Il nostro linguaggio non corrisponde quasi mai a quello del nostro interlocutore: i medici che cercano di spiegare ai pazienti la loro malattia lo sanno bene
- Se non riusciamo a semplificare il nostro linguaggio, allora abbiamo solo imparato a pappardella ciò che è scritto sui libri
Non sapete quante persone ho conosciuto che ragionano in questo modo: Consolata sicuramente se ne ricorderà una in particolare.
In questo, Steve Jobs era un maestro: fu lui a voler semplificare al massimo i suoi prodotti. Non solo: la leggenda narra che un ingegnere mise in mano un determinato prodotto Apple alla sua figlioletta di quattro anni, che lo usò correttamente.
Qualcuno poco attento potrebbe chiedersi
La figlioletta era stata traviata dal padre con nozioni degne del MIT?
Assolutamente no: il prodotto era l’IPad. Se delle persone sono riuscite a semplificare così tanto un prodotto, perché noi non possiamo farlo con la nostra vita? Se ce la complichiamo, è perché non l’abbiamo compresa abbastanza.
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