
Non è mia abitudine condividere materiale a cui potrebbe essere associato un significato politico. Questa sera, però, ho trovato questa bella immagine postata da Marco Furfaro e non ho saputo resistere.
Sinceramente, non riesco a capire se si tratti di un’elaborazione grafica o di una fotografia di un muro: quello che importa, però, è la frase
Mandateli quei messaggi che vi fanno paura, schiacciate “invia” e buttatevi; fumate se volete, perché tanto prima o poi moriremo tutti; baciatele le labbra che volete baciare; prendeteli quei cazzo di treni, di aerei. Vivete, perché la vita è una.
La persona che ha realizzato il tutto ha volontariamente omesso il vaffanculo con cui inizia la frase originale: probabilmente, se fosse stata scritta da Bukowski, il buon Charles avrebbe avuto qualcosa da ridire sulla censura di una parola che lui considerava quasi un aggettivo rafforzativo.
Il concetto, però, è chiaro senza ricorrere al turpiloquio: abbiamo paura di vivere come vorremmo veramente. La questione potrebbe essere analizzata a livello psicoanalitico, ma richiederebbe anni. I sociologi direbbero che dobbiamo comunque vivere all’interno della società. I filosofi si inventerebbero motivazioni che non riesco nemmeno ad immaginare.
Perché accade tutto questo? Semplicemente, vogliamo essere accettati e – per raggiungere questo obiettivo – cerchiamo di conformarci al volere della società, dimenticandoci che spesso è proprio l’anticonformismo che fa evolvere la società stessa.
In realtà la persona che prima di tutti dobbiamo accettare per come è siamo noi stessi! Se sappiamo di avere paura, dobbiamo prima di tutto accettare il fatto, ma questo non vuol dire arrendersi: deve essere uno sprone per migliorarsi.
Un commento su “Mandateli quei messaggi che vi fanno paura…”