
Non sono riuscito a risalire all’autore dell’aforisma di stasera che ho trovato sulla pagina Facebook Infomormazione libera, ma mi piace immaginare sia stato uno fra Pitagora ed Euclide.
L’Ironia è l’ipotenusa del lato intelligente di una persona. Di base, ce l’ha solo chi è all’altezza
Solo Pitagora o Euclide avrebbero potuto fare un’equivalenza fra ironia e triangoli.
Far ridere con ironia è molto difficile: significa ridere con una persona senza ridere della persona stessa. Far ridere il pubblico offendendo qualcuno è alquanto semplice, ma si cade nella derisione. Naturalmente, più la persona oggetto della nostra battuta è auto-ironica, più sarà semplice farla ridere. Viceversa, è più probabile che qualcuno di permaloso non sappia apprezzare la battuta che lo riguarda.
Non dobbiamo confondere l’ironia con la satira: la prima prende di mira una persona, la seconda prende di mira una carica pubblica.
Tutti i giorni facciamo battute con qualcuno e su qualcuno….ma ci chiediamo se facciano ridere? Io credo di no: se lo facessimo, ci renderemmo conto che la maggior parte di ciò che riteniamo battute sono, in realtà, offese. Capisco l’intento buono o – per meglio dire – non offensivo, ma è meglio non esagerare.
In ogni caso, credo ci sia più modi per distinguere oggettivamente chi offende da chi usa ironia. Uno di questi lo suggerisce la frase stessa: non tutti sono all’altezza di usare a dovere questo strumento. Dobbiamo considerare, inoltre, il rapporto che si instaura fra le persone: più il rapporto è stretto, più è probabile che si faccia uso dell’ironia, perché l’uno conosce l’altro come le proprie tasche. In una parola, possiamo parlare di reciprocità.
Ne approfitto per scusarmi per tutte le volte ho cercato di fare della semplice ironia: non sempre ci sono riuscito.
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