Quanto ho sentito la notizia della morte di Chuck Berry, autore – tra le altre – della famosa Johnny B. Goode ho deciso di parlarne attraverso la scena-tributo di Ritorno al futuro, quella in cui uno scatenato Micheal J. Fox suona e canta la canzone davanti allo sbigottito pubblico del 1955. A quanto pare, Il Corriere della Sera mi ha preceduto: del resto, stiamo parlando di giornalisti professionisti e professionali.
La considero una fortuna: non devo fare il solito coccodrillo e posso concentrarmi su altri aspetti.
La frase detta da Micheal J. Fox alla fine della scena in cui interpreta Johnny B. Goode è molto importante
Penso che ancora non siate pronti per questa musica… ma ai vostri figli piacerà
Sono parole che argomentano lo scontro generazionale con la dovuta ironia: chi non ha mai criticato, giudicandolo senza senso o fuori luogo, il comportamento di una persona di un’altra generazione?
Le persone giovani, anche quelle più tranquille, sono più portate degli anziani ad adeguarsi alle novità e vorrebbero un mondo diverso….la stessa cosa che volevano i nostri genitori e – ancor prima – i nostri nonni nei decenni passati.
Naturalmente, tutto ciò avviene in modo diverso a seconda della epoca a cui ci riferiamo, ma il comportamento giovanile è sempre stato quello di cercare di rompere le regole per portare il progresso.
Gli anziani sono portatori di una conoscenza che sicuramente le persone più giovani non hanno.
Occorrerebbero almeno tre trattati
- Psicologia
- Neurologia
- Sociologia
Per andare a fondo del fenomeno: nessuno ancora l’ha fatto…per fortuna. Pertanto, spetta a noi fare in modo che lo scontro generazionale si trasformi in confronto generazionale.
I vecchi (permettetemi l’uso di questa parola) dovrebbero fare quello che hanno sempre fatto:consigliare i giovani. Tuttavia, dovrebbero usare un approccio diverso, meno saccente. I giovani dovrebbero ascoltare di più o, quantomeno, elaborare a loro modo i consigli ricevuti.