
La frase di stasera, proveniente dalla pagina Facebook Viva gli anni ’90, probabilmente la capirà solo chi ha cominciato ad usare un cellulare nel secolo scorso
Negli anni 90 andava di moda lo squillo. Non importa avesse o non avesse significato, ci si faceva squilli. Era l’elemento a metà fra il messaggio e la chiamata, con un senso inspiegabile. Forse perchè 3/4 di ragazzi con il cellulare rasentava lo 0 nel credito, un messaggio costava, lo squillo era gratis.
Principalmente voleva dire “Ti sto pensando”, non di certo stava per “Richiamami”.
La chiamata persa non esisteva, se non quella di mamma e papà. Ci si faceva squilli, all’infinito. Ti penso, ti penso anche io. Ti penso ancora, anche io ti penso ancora
E così via, per tutto il giorno,
Tutti i giorni
Ho riportato tutto il testo perché sembra quasi una poesia postmoderna, venata di un senso di nostalgia.
Internet, i social network ed i piani tariffari a minuti hanno reso desueta questa pratica, che mi ricorda un bacio virtuale quando ancora la virtualità era ancora di là da venire.
Per chi non avesse vissuto quell’epoca telefonica, eccovi alcuni elementi ulteriori:
- Un SMS costava poco più di dieci centesimi
- La tariffa minima per una chiamata era dello stesso importo: non esistevano i piani a minuti e si pagava lo scatto alla risposta
- Solo i manager potevano permettersi dei cellulari con il browser
- Anche navigare su internet con PC e modem aveva dei costi
Non eravamo persone tirchie, né persone povere: semplicemente l’unico modo gratuito per comunicare con una persona ….squilli a parte.
Potrei fare un elenco sterminato di altri motivi: ogni elemento ha contribuito a rendere la comunicazione così come la conosciamo oggi.
Mi manca tanto il contatto umano di quel tempo. Sembra che internet, anzichè unire come ci aveva promesso, ci ha diviso: siamo sempre più distanti
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