
Sappiamo tutti che oggi è la festa dei lavoratori , ma è anche l’anniversario della morte di Ayrton Senna, una persona che ha fatto sognare tanti appassionati sportivi.
Trovo più bello scrivere un articolo su Senna e sulla sua frase
Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita.
che a riguardo sarebbe stato scialbo. Ho pensato a quelle categorie di lavoratori che, spesso, vengono accusate di essere dei privilegiati:
- Cantanti
- Attori
- Sportivi
Il destino ha voluto che proprio il 1 maggio di tredici anni fa morisse Ayrton Senna: non importa se qualcuno lo considerasse un ricco sportivo, io lo considero prima di tutto un uomo morto facendo il proprio lavoro.
Che Senna avesse ancora dei sogni, lo si capisce dalla sua frase
Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita.
Mi domando
Cosa avrebbe potuto sognare una persona che era l’idolo delle folle del tempo?
Sicuramente aveva un sogno relativo all’automobilismo: era il sogno di raggiungere un nuovo traguardo che lo faceva andare ancora più forte degli altri.
Arrivati ad una certa età, ben lontana dalla vecchiaia, la vita ed i genitori ci hanno insegnato che bisogna essere pratici, non sognatori. Credo che sia l’insegnamento più sbagliato che una persona possa ricevere in vita sua.
Se non abbiamo più sogni, non abbiamo più desideri e ci limitiamo a sopravvivere.