Centoundici – Tiziano Ferro

Consolata non ha avuto mai ben chiaro lo scopo finale di questo blog. Sono riuscito a spiegarmi solo recentemente, anticipandole almeno centoundici cose che avrebbero dovuto , ma non è stato così. Spero che lei sappia essere muta come una tomba come lo sono io con i segreti che mi hanno rivelato in tutta la mia vita.

Un verso della canzone Centoundici di Tiziano Ferro svela parzialmente l’arcano

Dici che i tuoi sogni sono poca cosa e poi li trovi la mattina trasformati in carta

Ho un carattere timido e riservato: non mi piace molto parlare di me e i miei amici sanno che mi piace ascoltarli quando mi rendono partecipi delle loro confidenze. Il lavoro mi assorbe completamente la giornata.

La mattina, appena mi sveglio, accade una sorta di magia: trovo subito la frase di cui parlare la sera stessa. Poco importa se sono centoundici parole, di più o di meno: l’importante è riuscire a scriverla.

All’inizio, mi sembrano cose poco importanti, di quelle che si possono leggere tra le brevi di cronaca dei quotidiani.

Ma la vita non solo va vissuta attimo per attimo: occorre prendersi anche del tempo per meditarci sopra. Ecco perché la notte è il mio momento magico per scrivere: riesco a meditare più o meno serenamente su quanto mi accade intorno.

Non so se incontrerò mai  di persona qualcuno che mi legge in vita mia. Però, sono certo di una cosa: avrete probabilmente un’impressione sbagliata su di me. So dare tanto, basta guardare oltre quello sguardo triste e preoccupato: dovete solo darmi il tempo di dimostrarlo.

In generale, è meglio dare non un momento ad una persona, ma darne centoundici, forse anche di più. Il motivo è semplice: la persona che avete di fronte è composta da molte sfaccettature, impossibili da vedere in un singolo momento.

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