
Ammetto di aver scelto di cosa parlare oggi basandomi sull’immagine di sfondo: dovrebbe essere la Stazione Centrale di Milano, con cui ho un legame particolare, essendo la mia stazione di riferimento.
Solo successivamente ho scoperto che la frase è di Agostino Degas
Sto bene da solo, ma non sono un solitario. Cerco gli altri per scelta, non per timore della solitudine. E scelgo con chi stare. Perché siamo fatti per stare con pochi.
Un concetto che avrei potuto scrivere io stesso: è più semplice vedermi da solo o in compagnia di una singola persona, piuttosto che in mezzo ad un gruppo numeroso.
Nulla contro i gruppi, ma è difficile che un incontro con molte persone contemporaneamente possa far nascere un rapporto solido. Per conoscersi occorre
- Parlare
- Fare esperienze
- Stare in silenzio
letteralmente a tu per tu…a volte, anche solo con noi stessi. Solo successivamente si può passare da quello che potremmo definire quasi un rapporto solitario ad un rapporto più numeroso. In questo modo, è possibile conoscersi meglio.
Per spiegare meglio questo concetto, devo fare un esempio: immaginate di essere al ristorante in compagnia di una numerosa tavolata. Ora provate ad immaginare la stessa situazione, ma in compagnia di una sola persona, quella che più vi piace.
A questo punto, vorrei porvi una domanda
In quale di queste due situazioni avrete maggiori occasioni per conoscere meglio gli altri e farvi conoscere?
Ovviamente, non sto parlando di quantità, ma di qualità. Del resto, anche nel passato ogni gruppo era diviso in più sottogruppi, se così possiamo chiamarli: i villaggi erano divisi in famiglie, ognuna composta da un numero ristretto di individui.
Un commento su “Sto bene da solo, ma non sono un solitario…”