Tutti noi dobbiamo fare i conti con l’assenza, per vari motivi:
- Lutti
- Incomprensioni
- Cambiamenti di vario genere
Se si tratta della morte di una persona cara, normale provare dolore. Se, invece, abbiamo abbandonato volontariamente qualcuno, forse saremo addirittura contenti della nostra nuova vita senza di lei.
Presto o tardi, ci verrà in mente quella persona. Vorremmo dirle tante cose, prima di tutto la frase
Vorrei che tu fossi qui
A volte si riescono a ricucire i rapporti, altre volte no: quando parlo di ascoltarsi di più, intendo anche avere la capacità di comprendere lo stato d’animo altrui.
Non è semplicemente una questione di empatia: del resto, non tutti ce l’hanno. È una questione legata anche alla capacità di comprendere che non siamo da soli sulla terra ed ognuno ha diritto di prendere la propria strada, ma che anche gli altri hanno il diritto di dire la propria opinione. Potremmo definirla la capacità di fare i conti con il proprio egoismo.
Questo sarebbe il ragionamento perfetto: i rapporti umani sarebbero idilliaci, non esisterebbero più guerre, il premio Nobel per la pace non avrebbe più motivo di esistere.
Siccome la vita non è perfetta, dobbiamo rassegnarci a pensare che certi rapporti possano finire. Tuttavia, è umanamente comprensibile che, come dice Roger Waters a Syd Barrett, ogni tanto ci ritroviamo a pensare
Vorrei che tu fossi qui
Potremmo ritrovarci ad usare la parola fossi anche in altro modo
- Se fossi stato più
- Se fossi stato meno
- Se fossi stato diverso
Sono solo tre esempi. In realtà, siamo stati semplicemente noi stessi. Questo è vero anche per l’altro: lui è stato quello che è.
Basterebbe un chiarimento per risolvere tutto, ma ad una condizione: entrambi devono essere disposti ad ascoltarsi ed accettarsi.