
Solo in un caso precedente ho proposto una locandina parlando di un film. Anche in questo caso, lo faccio perché è difficile proporre una scena emblematica a proposito di La ricerca della felicità.
Forse la chiave di tutto sta proprio nella frase che è anche il titolo del film stesso.
La ricerca della felicità
A differenza del protagonista del film interpretato da Will Smith, le persone spesso non sanno quale sia per loro il significato della parola felicità. Certo, lo sanno spiegare in termini di vocabolario ma, se chiedessimo a venti persone un esempio di ciò che loro intendono con felicità, nel migliore dei casi otterremo venti risposte diverse, nel peggiore una sola risposta
Non lo so!
Facile capire i motivi, almeno se ci fermiamo un attimo a riflettere:
- Non siamo mai contenti di ciò che siamo o di ciò che abbiamo
- Prendiamo a riferimento le vite altrui come esempi di felicità
- Consideriamo la felicità un breve momento che interrompe l’infelicità, quasi fosse uno spazio pubblicitario durante il film che viviamo in prima persona
Una cosa che mi colpisce sempre di questa pellicola tratta da una storia vera, e che dovremmo prendere ad esempio, è che il protagonista ha ben chiaro fin dal principio il suo scopo finale. Chris Gardner pensa ogni giorno a come diventare broker. Ovviamente, non posso andare avanti a spiegarvi tutto il film: ne svelerei il finale. L’importante è che lui abbia capito quale fosse il suo scopo nella vita.
Non sempre nella nostra vita abbiamo questa fortuna: credo sia per questo motivo che spesso ci sembra di girare a vuoto, ma non è mai così. Credo fosse questo che intendeva Steve Jobs parlando a Stanford.
Sicuramente, è ciò che intendo io quando parlo di ascoltarsi di più: dobbiamo trovare il nostro scopo finale. Non è semplice, soprattutto se ci lasciamo sopraffare dalle incombenze quotidiane.
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