
Con il titolo del post di oggi, credo di essermi giocato tutte le persone che stanno frequentando o hanno frequentato un Liceo.
Ai tempi del Liceo, di certo non si apprezza molto Schopenhauer, perché occorre studiarlo anche se preferiremmo fare altro; quando si è più maturi, si apprezza la sua frase
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare
Accusare la scuola di tarpare le ali ai giovani non è il mio scopo, anche se non nego che ci vorrebbero più professori come John Keating nelle scuole italiane e che l’immagine rimanda proprio al mondo scolastico.
Il mondo onirico, quello dei sogni, e quello reale sono sempre trattati distintamente: la cosa mi fa parecchio arrabbiare. In fin dei conti, stiamo parlando di due mondi accomunati dalle persone che lo vivono, cioè noi stessi.
Durante la notte i sogni ci liberano dalle catene sociali a cui ci vincoliamo (volontariamente o meno, poco importa) durante il giorno.
Io stesso cado in questo errore: appaio come gli altri vogliono vedermi, cercando di apparire perfetto. Mi sto rendendo sempre più conto di aver perso per strada la mia vera essenza, se così posso chiamarla, ma la sto lentamente ritrovando. Sto lentamente capendo che ognuno è perfetto così com’è.
Non so consigliarvi un modo valido per tutti per affrontare questo percorso: ognuno ha un suo sistema. Di certo, dobbiamo tutti ritagliarci degli attimi per vivere la vita dei nostri sogni. Io lo faccio scrivendo, voi potete ripartire dalle vostre passioni o da una cosa che non avete mai fatto.
L’importante, in quei momenti, è non essere disturbati, né da altri, né da pensieri negativi….
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