
Come era già stato reclamizzato da tempo, oggi è uscito il primo numero con la nuova veste grafica del quotidiano La Repubblica. L’ho sempre considerato un giornale generalista, che non si occupa esclusivamente di politica: è un fatto, non una pubblicità. Resterà comunque un quotidiano che parlerà di politica, spettacolo, cronaca e di attualità in genere, come ha sempre fatto.
La pubblicità – quella vera – l’ha giustamente fatta il quotidiano stesso.
I pochi elementi che la compongono costituiscono un messaggio molto complesso.
Per comprenderla, occorre farsi una domanda, che il copywriter ha voluto provocatoria, scegliendo la frase
Politica o spettacolo?
Beppe Grillo potrebbe essere definito un uomo politico o un uomo di spettacolo, a seconda del contesto in cui lo consideriamo. Una scelta che spetterà di volta in volta ai redattori a seconda del caso, ma anche noi siamo portati a fare quasi ogni giorno una simile distinzione e non solo in relazione a Grillo.
Potrebbe sembrare strano, ma non lo è: tutte le persone possono essere più cose contemporaneamente
- Un amico può essere anche un collega
- Uno sconosciuto potrebbe essere anche un compagno di viaggio
- Un medico potrebbe essere anche parente di un paziente
Sono solo esempi, naturalmente: la lista potrebbe continuare all’infinito.
Al di fuori del contesto pubblicitario e giornalistico, è difficile definire in modo così esatto una persona. Non ci trovo nulla di strano se accade: vi ricordate per caso quando il vostro amico più fraterno è diventato effettivamente tale e non è stato più solamente uno dei tanti? Io stesso non saprei dirvi quando Consolata è passata dall’essere conoscente ad amica.
Non dobbiamo complicarci la vita più di quanto non lo sia già di per sé. Parafrasando ciò che suggerisce Francesco De Gregori in una sua famosa canzone
Prendetela come viene
Analizzare ogni singolo aspetto della vita può essere considerato uno degli scopi di questo blog, non della nostra quotidianità: se così facessimo, perderemmo in spontaneità.
Tutto dal nostro estremo bisogno di etichettare tutto, e definire il mondo in modo chiaro e netto. In realtà le parole non bastano e non basteranno mai per spiegare le mille sfaccettature della realta’..ma ci ostiniamo a provarci comunque
Oggi più che mai, con l’invasione della tecnologia, siamo quasi obbligati ad etichettare tutto perché ci viene richiesto dai sistemi informativi. Ma come vogliamo che sia il nostro futuro? anche il nostro vocabolario si sta drasticamente riducendo. O ci sarà una rivoluzione informatica, che esulerà i database oppure una rivoluzione umana che alla fine non accetterà sempre lo schema binario 01. Il cervello, è portato per la semplicità, ma il cuore ci porta all’infinito