Mentre attendevo che il video del brano Una chiave di Caparezza si caricasse nella libreria del mio blog, ne ho approfittato per fare una partita a mahjong: un gioco simile al memory di origine giapponese.
Mentre giocavo e cercavo di risolvere la partita, dal testo spiccavano le parole del ritornello
No! Non è vero!
Che non sei capace, che non c’è una chiave
No! Non è vero!
Che non sei capace, che non c’è una chiave
Un ritornello che può essere benissimo applicato alla vita: a tutto c’è rimedio, meno che alla morte, come si suole dire.
Non sempre la soluzione di un problema che ci affligge è a portata di mano. A volte, ci affidiamo solo alle nostre forze, altre chiediamo aiuto a qualcuno.
Sembrerebbe tutto logico, se non per una questione: molte persone non vogliono essere aiutate, altre non vogliono aiutare. Siamo esseri sotto certi aspetti limitati
- Dall’intelligenza
- Dal carattere
- Dall’istruzione
Per esempio, un ingegnere potrebbe essere molto bravo a costruire un ponte, ma sua moglie potrebbe essere obbligata a cucinare tutte le sere, perché lo stesso ingegnere brucerebbe tutta la casa per cuocere un semplice uovo in camicia.
La chiave di Caparezza non è altro che la soluzione dei problemi che ci affliggono, non sempre di facile soluzione. Per trovarla, dobbiamo sforzarci di chiedere aiuto al prossimo ed ascoltare chi ci chiede aiuto.
Ho usato il verbo sforzare perché so quanto è difficile: io stesso ho atteso molti anni prima di andare in psicoanalisi, ma ne è valsa la pena. Se non avessi avuto il coraggio di parlare, probabilmente sarei ancor qui alla ricerca della fonte di malessere che mi ha rovinato la vita per lunghi anni.