
Non so quanti di voi stanno vivendo il cosiddetto clima olimpico, tipico dei giochi, esaltandosi per le prestazioni degli atleti italiani a Pyeongchang, che hanno conquistato finora
- 3 ori
- 3 argenti
- 4 bronzi
Di certo, stando alla notizia riportata ieri da Il fatto quotidiano
Pyeongchang 2018: clima impossibile, piste indecenti e pubblico assente. Il disastro dei Giochi che nessuno vuole più
i cinesi non sembrano entusiasmarsi troppo all’evento. Il contesto non sembrerebbe dei più favorevoli: il clima rigido e gli impianti non proprio olimpionici della località sciistica sembrerebbero due dei motivi alla base del fallimento. Probabilmente, gli organizzatori credevano di riuscire a realizzare qualcosa di bello.
Molte persone si comportano allo stesso modo: credono di poter fare tutto, ma non è così. Quasi per ogni cosa ci vuole un’adeguata preparazione. Anche se si volesse provare il bungee jumping, per quanto sotto la guida di esperti, occorre essere certi di poter sopportare lo stress dell’evento ed essere fisicamente sani.
I sudcoreani avevano dalla loro parte il fattore tempo: i giochi furono assegnati dal CIO nel 2011. Anche tralasciando gli intoppi che hanno dovuto sicuramente affrontare, sette anni dovrebbero essere sufficienti per organizzare tutto. Evidentemente, non hanno sfruttato questo fattore a dovere.
Nella vita è – a suo modo – la stessa cosa: non dobbiamo sicuramente programmare tutto, ma nemmeno lasciare tutto al caso. Più che un progetto di vita, sarebbe utile realizzare una bozza del progetto di vita: qualcosa di scritto con la matita su carta, piuttosto che scolpito sulla pietra o lasciando tutto il foglio bianco.
La gomma, la matita e gli spazi bianchi ci serviranno a correggere il progetto in corso d’opera: perché la vita è un’opera d’arte, dovrebbe essere perfetta…o quasi!