L’effetto Sanremo si sta facendo sentire pesantemente sul mio blog: trovo un messaggio in ogni canzone del Festival, anche in Una vita in vacanza.
Noto un certo collegamento fra il nome del gruppo ed il titolo del brano, per non parlare del testo. Probabilmente, consci del successo di Gabbani l’anno scorso, questi cinque componenti de Lo Stato Sociale, cresciuti a pane musica, hanno capito cosa vuole il pubblico di questo decennio.
Le persone di questo decennio vogliono qualcuno che li faccia:
- Ridere
- Indignare
- Arrabbiare
Il video è sicuramente simpatico, la canzone – ad un primo ascolto – risulta orecchiabile e divertente, ma poi…ma poi fai qualche conto, rifletti sulle parole, e ti rendi conto che un gruppo chiamato Lo Stato Sociale ti sta sbattendo in faccia il modus vivendi attuale, appunto il nostro stato sociale.
Un pensiero del genere non può che generare indignazione e rabbia, ma non trova una valvola di sfogo diversa dall’andare a votare, magari turandosi il naso, come suggeriva Montanelli.
Votare è certamente doveroso, ma non sufficiente: ci sono molti modi per far sentire la propria voce. Nel mio piccolo, io ho trovato il mio blog. Io non so suggerirvi un modo pratico affinché voi possiate fare sentire la vostra voce, ma dovete trovarlo, altrimenti non cambierà mai nulla.
Un parziale suggerimento ce lo dà proprio questa canzone: dobbiamo concederci una vacanza dai nostri problemi, ma non dobbiamo restarci tutta la vita. Dopo il doveroso quanto ritemprante stacco, dobbiamo sfruttare le giornate per cambiare le cose che non ci vanno più bene, sostituendole con qualcosa di nuovo, che ci aiuti a cambiare.