
Tra venticinque aprile e primo maggio, è un po’ che non scrivo sul blog. Non che me ne sia passata la voglia, ma l’articolo di Emanuele Coen non è un racconto: è uno spaccato della Milano attuale su cui ho dovuto riflettere.
Io cerco sempre un racconto dietro un’immagine o un evento qualsiasi: spero ve ne siate accorti. Tuttavia, per far sì che il racconto sia tale, bisogna vivere in prima persona ciò che si vuole scrivere.
Coen, in questo racconto, si è sporcato le mani, andando a vedere cosa ci fosse oltre la Torre dell’Unicredit che è entrata nell’immaginario collettivo ancor più di Piazza della Scala. In un certo senso, c’è la vita che non vorremmo mai vedere.
Residenti a parte, Milano è frequentata da milioni di persone ogni anno. Non sono necessarie le statistiche per rendersene conto: basta guardarsi in giro. Ognuna di queste, residente o meno che sia, ha una storia da raccontare legata al capoluogo lombardo.
Paradossalmente, siamo circondati da una massa di persone più di qualsiasi altro posto in Italia, secondi solo alle mete turistiche tanto agognate da chi conosce il Belpaese da lontano:
- Roma
- Venezia
- Firenze
Tanto per citare le prime tre che vengono in mente. Visitare un luogo non significa necessariamente viverlo. Non tutti i milanesi vanno a mangiare da Savini o in un posto stellato: magari la trattoria sotto casa è l’unica che si possono permettere.
Anche la vostra città ha questa caratteristica: ne conoscete un lato, ma non avete mai visto l’altro….o, forse non l’avete mai voluto vedere. Per questo vi invito a fare un esperimento, in qualunque posto viviate: trascorrete qualche ora ogni giorno in una parte della vostra città che non frequentate abitualmente. Per piccolo che sia, anche questa parte di città fa parte del vostro mondo: non è necessario viaggiare lontano per andare a cercare cose nuove