
Circa un anno fa, un sondaggio sulla generosità degli italiani mi ha fatto ben sperare: molti di essi si ritenevano generosi.
La frase letta oggi su Facebook, sicuramente figlia delle recenti notizie di cronaca sulle immigrazioni sembra capovolgere il concetto
Avevano dei loro costumi, avevano una loro storia, avevano loro tradizioni, avevano una loro fede. Poi accolsero con generosità gli immigrati e furono sterminati
Sarebbe facile troncare il post dicendo che stiamo parlando di persone.È facile comprendere che la frase fa un parallelismo storico fra le recenti notizie di cronaca sulle immigrazioni in Italia e il genocidio dei nativi americani. La conclusione mi sembra quantomeno affrettata.
Solo tempo dopo, con il dovuto distacco, si è notato che lo sterminio dei cosiddetti indiani d’America era da condannare; lo stesso posso dire dell’Olocausto. Sempre il tempo è a nostro favore: il contesto storico è completamente diverso rispetto a quello degli anni trenta e quaranta del secolo scorso, figuriamoci rispetto ad epoche più remote.
Un altro parallelismo storico è – però – dimenticato: anche i nostri avi sono stati migranti e in un epoca più recente della nostra. Hanno dovuto affrontare una cultura diversa (ironia della sorte, proprio negli Stati Uniti d’America, dove è avvenuto il genocidio citato dall’immagine).
Non conoscendo nessuna persona che ha frequentato gli Stati Uniti per un periodo di tempo sufficiente per dire se gli americani (nonostante la politica di Trump) siano un popolo che spicca per generosità, vorrei sospendere il giudizio in questo senso.
Tuttavia, basterebbe leggere qualche diario o vedere qualche documentario per rendersi conto che anche gli italiani sono migranti: il politichese li chiama – semplicemente – italiani all’estero, ma molti di loro sono scappati dai nostri confini per necessità, non certo perché volevano fare una gita turistica.
Il problema può essere risolto da ognuno di noi: prima di lasciarsi prendere dalla rabbia o dalle notizie del telegiornale, basterebbe parlare con un qualsiasi migrante per conoscerlo meglio.