
Oggi, tra i ricordi dell’anno scorso, la mia pagina Facebook mi ha proposto la fotografia che avevo fatto sulla metropolitana mentre leggevo il giornale.
La frase che colpì la mia attenzione recita
Non bisogna essere ossessionati dagli obiettivi, ma lasciare la mente libera di seguire le proprie divagazioni
La memoria non mi sta aiutando: non ricordo chi lo disse durante un’intervista, ma mi pare si trattasse di un architetto.
Il titolo del trafiletto fotografato lo considera un consiglio, ma io non lo considero tale, quantomeno non del tutto.
Se è vero che la mente divaga, è anche vero che – successivamente – dobbiamo tornare concentrati per
- Focalizzare gli obiettivi durante il sogno ad occhi aperti
- Rendere quotidianamente il sogno più tangibile
- Passare all’azione vera e propria
Qualcuno potrebbe dire che sto suggerendo una sorta di scaletta, ma non è così. Per spiegarvi vi farò un esempio. Quando andavo a scuola, ho scritto la scaletta del tema in classe solo quando espressamente richiesto dal compito in classe. Negli altri casi, avevo in mente subito l’introduzione del componimento, ma non sapevo come avrei concluso.
Il tema, se vogliamo, è una metafora della vita: nemmeno la gente più organizzata può pianificare o prevedere tutto. Anche facendolo, sarebbe controproducente: al primo imprevisto, si andrebbe in ansia.
Concordo con chi sostiene che gli imprevisti non fanno piacere quando accadono: ci si sente un sempre un po’ smarriti. Metaforicamente, però, è come smarrirsi durante un viaggio in una città sconosciuta: potreste scoprire nuovi luoghi che non avreste mai immaginato.
Normale, anche, farsi prendere un po’ dall’agitazione e dall’ansia (almeno, per chi ne soffre), ma è proprio l’incapacità di non far fronte agli imprevisti uno dei motivi che la genera! In questi casi, respirate a fondo, concedetevi un po’ di tempo per riflettere e proseguite sulla nuova strada.