
Mercoledì scorso, 25 luglio, Enrico Mentana ha pubblicato sul suo profilo Facebook il commento che potete vedere parzialmente nell’immagine e leggere integralmente in questo allegato.
Riassumendo, il giornalista ripropone un post precedentemente censurato dal social network scritto da un utente che faceva riferimento alla cosiddetta questione migranti in cui molti altri non ne hanno colto l’ironia.
Andando oltre la questione in sé, la conclusione è presto fatta: spesso ci lasciamo governare dall’istinto non andando a fondo di quelle questioni.
Tutto questo penso sia dovuto al fattore tempo: non ci prendiamo tempo per riflettere.
Se è vero che molte persone sono contrarie ai cosiddetti extracomunitari (status che, a rigor di logica, includerebbe anche gli statunitensi) altrettante non lo sono. Tuttavia, entrambe le categorie leggono frettolosamente quanto scritto.
Una lettura veloce ad un commento (per definizione, già di per sé il riassunto di un pensiero molto più complesso) può – al massimo – farci intendere genericamente l’argomento trattato, con l’alto rischio di fraintenderne il vero significato.
Il mio esempio è volutamente su un problema (o, per meglio dire, su un luogo) relativamente leggero: cari utenti di Facebook, leggendo frettolosamente, avete preso la più classica delle cantonate. Se aveste letto meglio il commento originale, ne avreste colto l’ironia e non sarebbe nato tutto questo polverone.
Se proviamo a traslare l’esempio fatto dal mondo virtuale a quello reale, le conseguenze sono ancora più rilevanti. Quante volte reagiamo in malo modo per un insulto preso troppo alla lettera? Non siete stati offesi per la maleducazione del vostro interlocutore, ma voi vi sentite lo stesso offesi perché avete frainteso quelle parole.
Se avete voglia di rispondere per le rime a qualche frase o fatto immediatamente, fate bene a far sentire la vostra voce, ci mancherebbe. Tuttavia, dovreste anche riflettere con calma. Non dico di farlo subito, ma la sera prima di andare a letto: potreste scoprire che la ragione non è quasi mai da una sola parte.