La miglior danza finale del film StreetDance

Ieri sera mi sono guardato per l’ennesima volta il film StreetDance. Anche se non è molto ben quotato, come in ogni pellicola che si rispetti, il finale è abbastanza avvincente…e ci trovo anche qualcosa di istruttivo.

Stando a ben guardare, il film si basa sulla concezione diversa che hanno della danza i ballerini classici e quelli di StreetDance. Solo quando si avvicina il finale, questi due mondi riusciranno a trovare il modo di conciliarsi fra loro, facendo qualcosa di bellissimo, per citare le stesse parole della pellicola.

Anche il brano che accompagna la performance finale altro non è che una commistione tra la musica classica del Conservatorio e quella più popolare.

Ammetto che StreetDance sia un film leggero, di quelli che si guardano in occasione di un sabato sera poco impegnativo…ma ciò non vuol dire che non abbia una morale.

Anche se è vero che le amicizie e le conoscenze cambiano nel corso della vita cambiano (molte si perdono per strada, lasciando spazio a nuove conoscenze), tendiamo a frequentare sempre le stesse persone:

  • Colleghi di lavoro
  • Famigliari
  • Gli amici del calcetto

Questo non ci permette la necessaria apertura al mondo esterno: magari ci limitiamo ad un viaggio all’estero, credendo di colmare questa lacuna. Le amicizie devono essere diversificate per estrazione sociale, interessi e molti altri parametri. In questo modo, si concretizzerà la necessaria apertura al mondo esterno che tanti agognano, ma che pochi concretizzano.

La paura o la poca propensione a fare nuove conoscenze non è altro che un sintomo della poca volontà di mettersi in gioco, aprendosi ad altre culture: una sorta di forma di razzismo di cui molti sono vittime.

La soluzione è avere una sufficiente curiosità verso il mondo esterno: non è necessario fare un viaggio, basta osservare meglio ciò che ci circonda tutti i giorni.

Quante persone diverse incontriamo ogni giorno? Tantissime, eppure solo poche di esse ci risultano gradevoli a prima vista. Vincendo questa resistenza, potremmo creare qualcosa di bellissimo con la nostro nuova conoscenza.

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