
La vignetta di oggi può far sorridere per il controsenso, magari indignare per la parola cazzo, ma nessuno di noi è esente dal dire parolacce quando si sente solo.
Il gatto della striscia prima si lamenta della solitudine ma, quando il suo padrone si avvicina, lo rimprovera aspramente
Che cazzo vuoi? Stammi lontano
I gatti non sono sicuramente gli animali più socievoli del mondo…ma cosa dire delle persone?
Certamente, ognuno di noi hai il proprio carattere:
- Socievole
- Solitario
- Scorbutico
ma nessuno di noi, a meno che voglia fare l’eremita, sta bene da solo. Se la nostra vita è ricca di solitudine, normale comportarsi come il gatto della vignetta: la rabbia e la frustrazione prendono il sopravvento sul resto.
Fortunatamente, anche la persona più scorbutica di questo mondo ha i suoi lati positivi: frequentandola un po’, ci si può rendere conto che potrebbe essere piacevole fare quattro chiacchiere con lei.
Per quanto riguarda la parola cazzo, occorre fare un discorso un po’ più complesso. Ammetto che la uso molto spesso, semplicemente per esprimere stupore o enfatizzare un concetto. In fin dei conti, non sono bestemmie: scandalizzarsi per gli epiteti usati ci fa apparire superbi.
Se la prendiamo per ciò che è, la parolaccia cazzo non è solo – appunto – solo turpiloquio, ma anche sintomo di qualcosa che ci fa arrabbiare o rattristare.
La solitudine potrebbe farci sbottare – tanto per stare in tema – per un cazzo, offendendo ci sta intorno, non tanto per la parola in sé quanto per il tono con cui la si pronuncia.
Il suggerimento che vi sto per dare potrà sembrare strano a molti di voi: state vicini a chi è arrabbiato, perché la rabbia può essere uno dei sintomi della solitudine. Anche se può sembrare la scena di un film, il vecchio metodo di allontanarsi affinché una persona possa sfogare la propria frustrazione funziona sempre.
Non dovete fare granché: solo dare a questa persona di raccontarsi ed aprirsi a poco a poco. Potreste scoprire una gran bella persona dai suoi stessi racconti.