Quando ho letto la notizia su La Repubblica che è morta Montserrat Caballè, ho provato sia tristezza che rabbia. Il primo sentimento non ha necessità di essere spiegato, mentre il secondo potrebbe lasciare perplessi.
La mia non è la rabbia che si prova normalmente quando una persona è morta, ma un tipo di rabbia diverso: quello che si prova quando qualcuno è ricordato solo per un evento, magari marginale.
Di certo, il grande pubblico, quello che ascolta più musica leggera e considera la musica classica e lirica noiosa, non ha avuto problemi ad associare il soprano spagnolo al celebre duetto con Freddie Mercury.
Il problema è che ognuno di noi non è solo ciò per il quale è citato e – quando morirà – per il quale sarà ricordato. Non me la prendo certo con giornalisti e titolisti, che svolgono il loro lavoro. Me la prendo con tutti noi: non solo cadiamo nell’errore di non approfondire le notizie, ma non approfondiamo nemmeno le persone.
Se cerchiamo il nome di Montserrat Caballè su internet, ci si accorgerà che – anche se è ricordata principalmente per il celebre duetto – ha fatto molte altre cose. Per una persona qualsiasi, viva o morta che sia, è la stessa cosa. Spesso ce ne ricordiamo solo in base ad un aneddoto.
Molto probabilmente, se è una persona che avete conosciuto personalmente, ci saranno stati molti aneddoti che hanno contraddistinto il vostro rapporto. Certamente, ciò che ricordate è ciò che più vi ha colpito, ma scavando nella mente potreste ricordare molti altri momenti trascorsi insieme.
Un discorso simile si può fare relativamente al caratttere. Certe sfaccettature saranno sicuramente più evidenti di altre, ma il vostro interlocutore non sarà sicuramente solo ciò che voi vedete.
Per riuscire a scoprire veramente chi sia la persona che state frequentando, dovete trascorrere molto tempo con lei, negli ambienti più disparati. Solo così potrete dire di conoscerla veramente