
Che il Movimento 5 stelle e il quotidiano La Repubblica non siano della stessa opinione è cosa risaputa. Sappiamo anche che uno o più lettori possono non essere d’accordo con quanto espresso da un quotidiano. Che una persona sia libera di esprimere la propria opinione è palese.
La notizia dell’attacco da parte del partito di maggioranza al quotidiano La Repubblica sembra essere una non notizia. Non voglio schierarmi da una parte oppure dall’altra: ho seguito troppo poco la vicenda per esprimere un’opinione a riguardo, ma ciò non mi preclude la possibilità di parlarne in modo più generico.
Che si parli di un quotidiano o di un partito politico, spesso dimentichiamo che sono entrambi costituiti da persone. Per fortuna, fare parte di quella possiamo definire la categoria alla base di tutto implica avere proprie idee che dobbiamo esprimere come meglio possiamo.
Normale avere uno scontro abbastanza acceso fra un quotidiano che non la pensa come il Governo attualmente in carica. Purtroppo, però, questa prassi sembra aver pervaso la vita di tutti i giorni: quando una persona non la pensa come noi, molto probabilmente litighiamo e non ascoltiamo l’altro.
Non è necessario (se non lo vogliamo) cambiare posizione se le idee altrui non ci convincono: tutti, però, hanno il diritto di esprimere la propria opinione (come – giustamente – fa Repubblica).
Il problema di fondo è nel tono che assumono le discussioni che abbiamo tutti i giorni. Giusto arrabbiarsi se ci sentiamo
- Feriti
- Offesi
- Insultati
Ma, spesso, confondiamo un semplice momento di stizza per una qualsiasi di queste sensazioni. Il motivo per cui accade è semplice: usiamo la pancia, non il cervello.
A differenza dei giornalisti, che meditano prima di scrivere, noi non ci prendiamo il tempo per riflettere cosa stiamo dicendo.Se lo facessimo, saremmo veramente una Repubblica, che rispetta l’articolo 21 della costituzione.