
Quando si tratta di leggere i Social Network per poi scegliere i contenuti del mio blog, l’attenzione cade su ciò che scrivono i miei amici. Ieri è toccato a Valentina, che ha scritto sul suo profilo la frase
Leggere, studiare, informarsi, porsi domande con intelligenza, non serve ad autocelebrarsi ma ad aprire la porta di casa, allargare le pareti, accogliere, far crollare muri e pregiudizi. Serve a scoprire che c’è molto di più di quello che si pensava. Perché c’è.
Più si conosce e più ci si accorge che non si sa un bel niente, a volte è un po’ frustrante, ma è questo il motore.
Concedersi il lusso di ammettere di non sapere e quindi di imparare, oppure di insegnare, ma con umiltà.
Forse si diventa grandi capendo quanto si è piccoli, ma allo stesso tempo importanti e con un valore unico che influisce su ciò che ci circonda e di cui facciamo parte.
Ci sarà sempre chi prova a sminuire tutto questo, chi cercherà di prenderci la testa e infilarla sotto la sabbia, di confinarci tra le nostre quattro mura, chi gioca con le nostre paure, mettendoci l’uno contro l’altro.
Ma sono quelli che ogni giorno dovrebbero ricordarci chi non dobbiamo essere e chi non vogliamo avere accanto. Dovrebbero.
Secondo me, Valentina ha centrato il punto: occorre leggere per sapere, non per dimostrare agli altri che si sa,con la dovuta eccezione degli studenti che sono interrogati.
Purtroppo, le persone – spesso – ricordano la sensazione scolastica dell’interrogazione, perciò cercano sempre di dimostrarsi preparati. Per farlo, possono dimostrare un atteggiamento borioso che, a tratti, può risultare umiliante per l’ascoltatore. Ironia della sorte, più le persone sono acculturate, più sono modeste (anche se esistono delle eccezioni).
Se pensiamo a quanti libri possiamo leggere durante la nostra vita, paragonandone la quantità a quanti ne sono stati pubblicati, anche limitandosi a quelli degni di essere letti, dovremmo renderci conto di quanto poco sappiamo.
Impossibile essere tutti onniscienti, ma è possibile e doveroso essere quantomeno curiosi quel tanto che basta per leggere sempre qualcosa di nuovo. Questo è solo il primo passo. Non potendo sapere sempre tutto, dobbiamo sempre metterci in discussione.
Nell’ultima parte del suo intervento, Valentina parla anche delle conseguenze della chiusura mentale derivante dal non leggere: considereremo sempre gli altri dalla parte della ragione.