Come dice la canzone di Brooks & Dunn, tutti abbiamo avuto un periodo in cui siamo stati dei re, non necessariamente nel 1969, come suggerisce il testo.
Il tempo dell’incoronazione a re dipende da due fattori:
- La nostra data di nascita
- Il giorno in cui ci siamo resi conto di ciò che siamo
Il primo giorno non sappiamo nemmeno pronunciare il nostro nome, figuriamoci se ci rendiamo conto di essere dei re; sicuramente siamo dei principi o delle principesse per i nostri genitori, ma noi non lo sappiamo ancora. Il secondo giorno è quello in cui riusciamo a realizzare un nostro desiderio.
Non sto parlando – ovviamente – di un desiderio economico, che si realizza acquistando un oggetto qualsiasi: in quel caso, basta risparmiare, ma ci renderemo presto conto che non è con gli oggetti che si diventa dei re, cioè padroni della propria vita. Parlo di un desiderio più filosofico ed emotivo, di quelli che – oltre a darci una momentanea soddisfazione – ci fanno stare bene ed anche crescere fino a diventare padroni di sé stessi.
Si può diventare padroni di sé stessi solo conoscendosi giorno per giorno, dedicando un po’ di tempo a ciò che ci fa stare bene.
Non parlo solo di hobby, di un lavoro soddisfacente o di una famiglia invidiabile, anche se tutte queste cose sono importanti. Qualcuno può diventare persino imperatore dedicandosi alla meditazione, qualcun altro può volersi dedicare ad un viaggio (l’occasione di crescita per antonomasia, secondo me).
Anche se sono cose che farete in solitaria, ricordatevi che un re ha bisogno di una sua corte. Non sto assolutamente dicendo che gli altri devono essere sudditi ai vostri piedi, tutt’altro: devono essere vostri pari, così come il mitico re Artù considerava i cavalieri della tavola rotonda.
Questo è meno strano di quanto non possa sembrare: tutti hanno diritto di vivere, perciò tutti hanno diritto di essere re. L’importante è non voler sottomettere nessuno.