Ci sono poche notizie relativamente a Caterina Rappoccio, ma la sua canzone Favola semplice la ricordo benissimo. Il testo non ha certo bisogno di spiegazioni.
In generale, una favola è una storia abbastanza semplice che deve insegnare qualcosa: chi ha letto qualcosa di Esopo dovrebbe essere d’accordo con me.
Anche se l’insegnamento è sempre diverso da favola a favola, trovo un punto in comune con tutti i racconti: tendiamo a complicarci la vita e non accettarci per così come siamo. Le conseguenze di questo comportamento possono essere anche molto spiacevoli:
- Depressione
- Ansia
- Stress
Paradossalmente, risolvere questi problemi non è semplice come può sembrare: se così fosse, una visita dallo psicologo dovrebbe bastare. Invece, il percorso è molto più lungo.
Ciò accade perché – spesso – abbiamo interiorizzato le critiche delle altre persone. Magari hanno solo espresso il loro punto di vista, ma l’hanno fatto in modo scorretto. In altri casi, sempre rispetto a quelle persone, ci consideriamo inferiori. Difficile stabilire quale sia la causa primaria tra le due: in ogni caso, ciò ci complica la vita.
Il motivo alla base di tutto questo è semplice da spiegare: l’uomo è un animale sociale e vuole essere accettato dai suoi simili. Se ciò non accade, è probabile che una persona si senta come la stella della favola: sbagliata ed impacciata.
Quello che non consideriamo in molti casi è che – per citare le parole di un mio professore all’Università – ogni persona è unica e diversa. Se ci ponessimo di fronte a chiunque, anche il nostro miglior amico, avrebbe una storia da raccontare che ci stupirà.
Purtroppo, siamo sempre meno aperti allo stupore e sempre più alla critica…forse perché – ironia della sorte – ci manca un po’ di senso critico. Se conosceste la vita di qualcuno nei minimi dettagli, anche relativamente al periodo in cui non conoscevate quella persona, forse capirete il perché la persona è così come la conoscete.