
Quando pensiamo alla parola abuso, pensiamo alla vessazione di uno o più uomini nei confronti di una o più donne. A poco servono le definizioni che ci fornisce il vocabolario. In realtà, come si può leggere nell’articolo proposto da Jennifer Guerra sul sito the vision, l’abuso può essere perpetrato anche da una donna verso un uomo.
Micheal Crichton, nel 1994 aveva scritto un romanzo sull’argomento, eppure l’abuso contro gli uomini sembra quasi sempre passare sotto silenzio. Se ne ha notizia solo quando coinvolge in qualche modo un vip o la violenza dè commessa da un adulto verso un bambino.
Purtroppo, ciò non avviene solo nelle canzoni, come quella esclusa dall’ultimo Sanremo, ma anche nella realtà.
Pensare alle persone in quanto vittime o in quanto carnefici, a seconda del ruolo che hanno in una determinata vicenda, non porta mai nulla di costruttivo, figuriamoci di definitivo. Questo ed altri mali nel mondo esisteranno sempre, purtroppo, ma ciò non ci giustifica: dobbiamo fare qualcosa per ogni ingiustizia che sentiamo.
In senso generico del termine, ogni ingiustizia può essere considerata un abuso. Purtroppo, spesso ci sentiamo impotenti: chi subisce un’ingiustizia non sempre è compreso. Spesso l’ingiustizia è considerata dagli altri semplicemente una cosa di poco conto.
Una cosa può essere di poco conto nella vita di qualcuno, mentre può essere considerata importantissima in quella di qualcun altro. Ho provato centinaia di volte ad esortarvi a parlare di più, sperando che ciò portasse a qualcosa di costruttivo. Purtroppo, il mio blog è troppo piccolo per sperare di cambiare qualcosa.
Tuttavia, quei pochi che mi leggono, potrebbero segnalare – se così posso dire – ogni abuso di cui si sentono vittime o di cui sono state testimoni. I social network, considerando opportunamente la normativa sulla privacy, possono essere molto utili: a nessuno piace che siano messe in piazza le proprie malefatte, anche se non si fa nome e cognome.