Mi sembra abbastanza normale che, dicendo la parola esercito, si pensi ai soldati, alle guerre e – forse – ad un famoso film.
Eppure, la canzone Seven Nation Army – che tanto ci fece entusiasmare durante i mondiali del 2006 – parla proprio di un esercito, anche se in modo particolare.
L’esercito è visto dalla parte di una persona che deve scacciarlo. Il problema che l’esercito è composto da sette nazioni differenti. Il testo punta molto su ciò che potrebbe essere definita la causa: la determinazione.
Non è necessario dover fronteggiare sette eserciti contemporaneamente per dimostrare la propria determinazione: basta prefiggersi un obiettivo che sentiamo come nostro, anche se uno o più persone ci indicano di lasciar perdere.
Non dobbiamo certo fronteggiare qualunque persona che ci si para davanti: a volte, è sufficiente spiegare le ragioni dietro una qualsiasi nostra azione per farci un alleato (se non – addirittura – un amico) in più.
Purtroppo, non tutto va sempre come vorremmo: questo comportamento può portarci anche dei nemici. La storia ci insegna che la guerra è spesso stata l’ultima risorsa. Prima di arrivare alle armi, si è quasi sempre tentata la via diplomatica: una sorta di do ut des che avrebbe potuto evitare tante morti.
Non so se sia possibile fare un’azione di diplomazia con quelli che ho chiamato nemici. Di certo, non dobbiamo schierare il nostro esercito di amici alleati contro il prossimo. Come ci hanno insegnato Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, l’astio tra due famiglie diverse non ha mai portato nulla di buono, anzi.
Il problema è – forse – complesso: vi ho sempre invitato a parlarsi di più, ma ciò non vuol dire far valere le proprie ragioni a qualunque costo. Significa, invece, confrontarsi apertamente anche fra alleati con
- Occhi
- Orecchie
- Mente
- Cuore
Molto ben aperti. Ciò che avete pensato voi potrebbe essere molto diverso da ciò che pensa il vostro amico. Magari non accettate subito il ragionamento: vi consiglio di dormirci su un po’, prima di prendere una decisione definitiva.