
Se una persona ci dicesse di avere una qualsiasi malattia ad un organo, probabilmente ci dispiaceremmo per lui, almeno se siamo dotati di sufficiente empatia.
In questo caso, la persona non può parlare, perché si tratta di un monumento: il Duomo di Milano. A Milano, lo consideriamo quasi come un nostro amico, al pari della celeberrima Madonnina. Come ci ricorda Massimo Lorello su La Repubblica, al suo interno il Duomo ha anche un organo, che dovrebbe suonare durante le funzioni religiose, ma che ha bisogno di un restauro.
Per raccogliere fondi pari ad un milione di euro, la Veneranda Fabbrica del Duomo ha lanciato una raccolta online sul proprio sito.
Più che condividere e commentare questa notizia, volevo fare una considerazione. Non so in quale città viviate e se avete visto passeggiando per le vie una qualsiasi cosa che potrebbe richiedere un intervento:
- Strade che richiedono un po’ di pulizia
- Monumenti che richiedono manutenzione
- Persone che vorrebbero solo essere aiutate o considerate
Fin quando, però, una notizia non ci mette davanti la cruda verità dei fatti, tendiamo a non fare nulla. Non mi riferisco solo alle notizie pubblicate dai giornali. Mi riferisco anche anche alle volte in cui abbiamo l’occasione di notare qualcosa o qualcuno che richiede il nostro aiuto.
Generalmente, passiamo davanti alla persona povera che suona il suo strumento o chiede la carità velocemente perché siamo sempre di corsa e, forse, ne siamo anche infastiditi. Ragioniamo – se così posso dire – di pancia e non di cuore: vogliamo scappare da situazioni che troviamo fastidiose.
Queste persone hanno un grande svantaggio, oltre alle sfortune della vita: a differenza dell’organo del Duomo, raramente ci capita di leggere le loro storie sui quotidiani. Se ci facessimo raccontare le sue vicende, forse questa persona diventerebbe un po’ come il Duomo per i milanesi: un amico di cui non possiamo fare a meno.