
A volte non pensiamo che i Social Network si possano prestare per un esperimento sociale. Altre volte, vengono fatte proposte interessanti, come quella di Anthares , che tramite il proprio account Twitter ha postato la frase
Ieri ho fatto un esperimento su Twitter. Ho scritto 2 tweet e cancellati dopo 15 minuti. Sul 1° un pensiero profondo (lunghetto per riscriverlo). Sul 2° semplicemente: sto cazzo! Il primo ha avuto 2 cuori e un retweet, il secondo 5 rt e 18 cuori…mah!
Tra risposte e retweet, non sono riuscito a trovare il testo originale del lungo pensiero profondo citato da Anthares stesso. I numeri di retweet e di cuori, però, ci danno qualche spunto di riflessione.
Che internet sia un luogo in cui i pensieri scorrono veloci, mi sembra lapalissiano: in questo senso, l’esperimento proposto non è una grossa novità.
A questo punto, però, mi sembra logico domandare
I pensieri che postiamo su internet…sono effettivamente tali?
Considerando che siamo tutti dotati di smartphone o quasi, vien da pensare che l’uso di questo mezzo sia quantomeno improprio: non uno strumento per comunicare e informarsi, ma qualcosa con cui gingillarsi quando non si ha meglio da fare.
Forse parlo anche per esperienza personale: non conto più il numero di viaggi in metropolitana in cui ho trascorso il tempo giocando a Ruzzle! Sempre a livello numerico, non conto più nemmeno le persone che prediligono lo schermo dello smartphone alla pagina del quotidiano del mattino.
Oggettivamente, i social network ed internet hanno cambiato il modo in cui ci relazioniamo con le persone. Paradossalmente, come dimostra il tweet di Anthares, è cambiato anche il modo di ascoltarsi: ai pensieri profondi preferiamo pensieri fugaci, meglio se conditi con una parolaccia ormai sdoganata.
In un certo senso, le persone si bloccano a vicenda: tutti vogliono parlarsi, ma non fanno mai il primo passo. Forse dobbiamo essere noi stessi a fare il primo passo, cosa ne dite?