
Conoscendo il suo stile, vedendo l’immagine che vi propongo oggi, probabilmente la mia collega blogger Francesca direbbe che oggi sono Cats amari.
Come ci ricorda il gatto circolante su Whatsapp in queste ore
Cats: venerdì 17. Mejo toccarsi, non si sa mai
Naturalmente, parliamo solo di una superstizione, vero? Tutte le persone dicono di non esserlo ma, quando un gatto nero attraversa loro la strada, il Cats (via: ci siamo capiti!) scatta quasi come un riflesso, con annessa toccatina alle parti basse, nel caso degli uomini.
In effetti, la frase
Non si sa mai
Rimanda già da sola a questo concetto: molto spesso facciamo delle cose per semplice prudenza, vuoi perché le superstizioni non hanno nulla di scientifico, vuoi perché – come dico spesso io – non si può prevedere il futuro.
La superstizione è – in fin dei conti – una paura irrazionale, un po’ come le fobie scientificamente accettate. Chi non ha paura del vuoto – per esempio – tende a non capire chi il vuoto lo teme.
Da un po’ di tempo, sto provando un esperimento con una persona di mia conoscenza, anche se con scarso successo: leggere esposizioni a ciò che teme o che disprezza. Questa persona mi aveva detto che non apprezzava la saga di Harry Potter. Un po’ la conosco, come vi aveva detto lei una volta, perciò non mi ha stupito molto che lei – all’ultimo film – ammettesse che la saga le era piaciuta.
Per le fobie più difficili da contrastare, meglio ricorrere ad uno specialista, questo è ovvio. Tuttavia, amici e parenti possono fare molto contro le fobie e le superstizioni in generale. Devono dimostrare a chi soffre di una fobia irrazionale (come quella di venerdì 17) che non c’è nulla da temere.
Certo, anche una frase come
Non ti preoccupare
Potrebbe servire, ma non sempre è sufficiente.