
Ognuno ha un proprio credo, non necessariamente religioso. Ieri sera l’utente di Twitter Ida ha specificato il suo tramite la frase
Credo nel “Che ti farei a prima vista”
A mio parere, un credo bellissimo, che non voglio assolutamente tacciare di blasfemia. Del resto, un credo non deve essere necessariamente religioso, ma può riguardare anche altri aspetti della vita.
Del resto, come diceva Ligabue in una sua famosa canzone
Credo che ci voglia un dio ed anche un bar
Purtroppo, il credo di Ida riguarda anche un’altra – seppur ipotetica – persona. La frase usata in genere è pensata da chi vede qualcuno che lo attrae ma, non conoscendolo e non sapendo come reagirebbe, si astiene dal commentare ad alta voce. Questo vale sia per l’uomo che per la donna.
Sebbene questo comportamento sia – a suo modo – universale, nessuno ammetterà mai di pensare qualcosa di piacevole verso uno sconosciuto. Se detto nel modo corretto, l’apprezzamento di Ida dovrebbe essere accolto quanto meno con un sorriso. Fa sempre piacere ricevere un complimento ed essere considerati anche dagli sconosciuti: ci rende meno invisibili.
Dall’altro lato, quello di chi esprime l’apprezzamento, non deve necessariamente significare che ci voglia provare con noi. Potrebbe darsi che vuole semplicemente conoscerci.
Il problema è che – spesso – consideriamo lo sconosciuto di turno come potenzialmente pericoloso: non conoscendolo, ci potremmo trovare davanti a qualcuno che ci vuole fare del male.
Non dico che ciò non accada mai, ma credo che l’eventualità sia abbastanza remota, per lo meno in percentuale. Su cento persone che incontriamo, quante sono dei potenziali malfattori? Se fossero così tanti dovremmo andare in giro armati ogni volta che scendiamo dal treno alla Stazione Centrale di Milano.
Se una persona ci interessa, non dobbiamo guardare l’altro di sottecchi, magari pensando che ci possa fare del male, ma guardare il mondo esterno con un sorriso.