
Oggi la pagina Facebook YouFlame ha proposto una frase molto interessante
La sincerità non allontana le persone. Le filtra.
Essere persone che fanno della sincerità un loro punto forte è sicuramente un pregio. Tuttavia, non tutti sono disposti ad accettarlo come tale. Non a caso, tempo fa dissi che per essere sinceri ci vuole coraggio.
Qualche amico può essersi pesantemente risentito per delle constatazioni che – seppur reali – sono difficili da ammettere a sé stessi. Può darsi che si sia risentito perché siamo stati troppo irruenti, ma in questo caso il malinteso può essere facilmente risolto scusandosi per il tono usato e cercando le parole adatte per spiegare lo stesso concetto in modo più pacato.
Essere veramente amici significa riuscire a capirsi reciprocamente, anche se – a volte – non subito. Se un atto di sincerità sfocia in un litigio insanabile, la conclusione è presto fatta:
- Se ha ricevuto ma non accettato una critica fondata, quella persona non era vostra amica
- Se ha fatto una critica a cui voi avete risposto punto per punto con sincerità, quella persona non era vostra amica
Sicuramente, non è piacevole sapere di aver sprecato del tempo per costruire un rapporto che si è rivelato falso e che – probabilmente – lo era fin dal principio. Magari ci ritroviamo a pensare che, a volerli cogliere, i segnali c’erano tutti, ma non siamo stati capaci di farlo.
Il rammarico iniziale deve lasciare spazio ad una nuova consapevolezza: voi siete sempre stati sinceri e reali (ma dovete esserlo stati veramente, ovvio). Inoltre, avete acquisito esperienza nei rapporti umani: una cosa molto difficile!
Dopo aver superato il comprensibile periodo di tristezza, dovete – come dicevo una volta – continuare a camminare: lungo il vostro cammino troverete sicuramente un nuovo amico che vi aprezzerà…questa volta con sincerità.
Ecco…proprio questa estate ho vissuto, per la seconda volta, una esperienza simile.. cioè dover essere assertiva in una dinamica dove io ORGANIZZAVO perché mi è stato chiesto, la participazione del gruppo ad un evento…ho chiesto disponibilità e collaborazione nel limite delle loro possibilità considerando lavoro, impegni ecc…bene..ho costatato che CHI AVEVA UNA VITA FRENETICA, PIENA DI IMPEGNI ECC È STATO SUBITO DISPONIBILE…CHI INVECE NON FA NULLA DI CHE TUTTA LA GIORNATA RESTAVA ASSENTE ALLE CHAT DI GRUPPO PER ORGANIZZARE IL TUTTO..ma leggeva i messaggi…questa mia attenta analisi del momento mi portò a dover entrare in modalità DIRETTA CON CHI NON SI ESPRIMEVA.. sono addirittura andata in pvt e mi dicevano NON HO LETTO…balle! Capì allora che l unica cosa da fare era delegare.
Ok..RAGAZZI IO NON POSSO PIU PRENDERMI QUESTO IMPEGNO SE NON SIAMO TUTTI DISPOSTI A COLLABORARE… CHI È DACCORDO RIMANGA NEL GRUPPO, CHI NON LO È SI ELIMINI.
Morale…si sono tagliati fuori quei elementi che non si esprimevano, che poi si sono organizzati fra di loro e mi hanno interrotto il rapporto.
TRE di loro a distanza di tempo hanno fatto qualcosa per abbattere il muro…altri l hanno rafforzato…curioso davvero.
Può sembrare curioso, è vero. Tuttavia, Lucia, hai notato tu stessa dove sta il problema: tutto dipende dalla voglia di fare. Chi ha voglia di fare, fa anche se non glielo dici, chi non ne ha voglia lo devi smuovere a cannonate (ed il risultato non è nemmeno sicuro). Forse è carattere, ma – forse – può essere anche un sintomo della depressione (chi è depresso ha poca voglia di fare) o di bassa autostima (che taglia un po’ le gambe). Il punto è: l’amico di turno può aver visto questo “difetto”…Ma noi siamo disposti ad accettarlo?