
Ieri Roberto Saviano ha festeggiato il suo quarantesimo compleanno postando su Twitter un suo ritratto con la seguente frase
40! Non avevo previsto di arrivarci.Forse ne vale la pena. Forse…
Lo scrittore riporta lo stesso concetto in altri termini su Facebook, come ha scritto la redazione di Napoli Today.
Noi persone comuni non lottiamo contro la camorra come fa Saviano. lottiamo comunque contro quelle che possiamo definire difficoltà soggettive. Parlo di quelle difficoltà di tutti i giorni, che noi consideriamo faticose o – addirittura – insormontabili.
Naturalmente, l’esempio di Saviano deve farci capire che non vale la pena di corrucciarsi per dei problemi definibili comuni o di tutti i giorni. A volte, li sentiamo molto faticosi, perciò è lecito domandarsi
Perché accade?
La risposta potrà sembrare difficile da sopportare: molti di noi non hanno un vero scopo.
Le persone comuni, quelle che compongono la maggior parte dell’umanità, hanno quella che si definisce una vita – appunto – comune: una volta che si riesce ad ottenere una serenità composta da un lavoro, una compagna e dei figli (se si desiderano) pensiamo che abbiamo ottenuto tutto ciò che potremmo desiderare. Non sorprendiamoci se, intorno ai quarant’anni, ad una certa età subentra una forma di insoddisfazione. Abbiamo ancora molti anni da vivere ed i giorni ci sembrano tutti uguali come se fossimo prossimi alla morte.
Da giovani abbiamo sicuramente uno scopo, non è altrettanto detto che ce l’abbiamo in età più avanzata: se lo avete perso, dovete trovare un nuovo scopo per cui valga la pena vivere. Saviano è – forse – l’esempio migliore ed al contempo esagerato che potessi fare: nessuno vi obbliga a combattere la camorra od altre ingiustizie (anche se ne vale sempre la pena). Anche se avete passato la soglia dei quaranta, dei cinquanta, finanche degli ottanta e se mi state leggendo siete ancora vivi e sufficientemente sani di mente per usare il vostro tempo libero in modo da fare qualcosa che ritenete utile. Ne vale sempre la pena.