Yuppies – Luca Barbarossa (1988)

Negli anni ottanta, Milano e l’Italia in generale era piena di yuppies , come cantava Luca Barbarossa nell’omonima canzone.

Oggi la parola Yuppies sembra essere stata dimenticata. Più che dimenticata, sembra essere andata in crisi con e dopo Tangentopoli. In effetti, la cosa ha senso: gli yuppies erano diventati dei ladri per la gente comune.

Le persone al giorno d’oggi,non hanno abbandonato il desiderio di scalata sociale che contraddistingueva lo yuppismo: tutti si sentono più poveri e vorrebbero sentirsi più ricchi. Forse sono ancora vittime dell’influenza dello yuppismo. Vorrebbero emulare o, quantomeno, modernizzare quello stile di vita.

Luca Barbarossa, nel testo della sua canzone, fa una feroce critica a questo stile di vita.  Il problema è molto più attuale di quanto non si creda: forse non ci comporteremmo nello stesso modo di uno yuppie anni ottanta ma, modernizzando il concetto, vorremmo tutti ostentare la nostra ricchezza, reale o presunta che sia.

Una ricchezza ce l’abbiamo tutti: con una frase, la definirei

Ciò che siamo

E’ quell’aspetto che dovremmo ostentare con la sicurezza degli Yuppies. Naturalmente, è una cosa ben diversa dal carattere: dovremmo esercitarci a mettere in risalto i nostri pregi ed i nostri valori ed a smussare i nostri difetti.

Credo sia molto più semplice partire dai valori che dai difetti: sicuramente sarà più facile trovare qualcuno con cui condividere i primi, piuttosto che qualcuno che ci aiuti a correggere i secondi.

In questo modo, saremo diventati tutti uno yuppie positivo del XXI secolo. Da una società materialmente arrivista ed egocentrica, si passerebbe ad una società inclusiva, disinteressata ed altruista.

Potremmo cominciare anche domani, guardando con un occhio diverso gli immigrati che chiedono la carità agli angoli delle strade: non considerateli come inferiori, considerateli come persone. Ascoltate le loro storie e condividete le vostre: imparerete gli uni dagli altri. Migliorerete il mondo.

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