
I programmi ed i siti internet – quindi anche i Social Network – si basano su un algoritmo. Per estensione, possiamo dire che anche le discussioni sui social network si dovrebbero basare su un algoritmo. L’immagine che l’edizione bolognese di Repubblica ha pubblicato ormai tre anni fa lo rappresenta benissimo.
Lo schema è semplice: una persona dovrebbe parlare solo se sa qualcosa di un certo argomento, altrimenti sarebbe meglio tacere, informarsi e solo dopo aver compreso la situazione permettersi di parlare.
Il punto che – spesso – perdiamo di vista è quello dell’informazione: leggere un paio di notizie o di libri non vuol dire padroneggiare l’argomento. Tuttavia, crediamo spesso di poter sapere tutto il possibile solo perché
- Abbiamo letto qualcosa su internet
- Qualcuno che reputiamo affidabile sostiene un certo punto di vista
- L’articolo o la fonte sembrano convincenti
Se tutto fosse così semplice, medici, avvocati e professionisti in generale non dovrebbero studiare così tanto per conseguire l’abilitazione. Perché per le persone comuni dovrebbe essere tutto semplificato? Spesso abbiamo solo l’impressione di aver capito qualcosa ma, approfondendo un po’, si può facilmente intuire che la nostra preparazione, se così possiamo chiamarla, è molto lacunosa.
Risolvere questo problema dovrebbe essere semplice: basterebbe seguire l’algoritmo nell’immagine, cioè tornare sui libri, chiedere a chi ne sa più di noi e – per quanto possibile – aggiornarsi, cioè seguire l’evoluzione di un certo argomento nel corso del tempo, anche attraverso libri e giornali.
Capisco benissimo che ciò che vi appassiona tanto è solo un hobby a cui potete dedicare il tempo libero, comprendo anche che vogliate sempre parlare di tutto con tutti. Se volete far diventare un semplice hobby qualcosa di più importante, se volete apparire ferrati su un determinato argomento, non c’è algoritmo che tenga. Dovete approfondire studiando per bene la questione.