
Noi italiani abbiamo un rapporto di amore con la cucina in generale e con la pasta in particolare . Disprezziamo, invece, i dietologi, quei medici che vorrebbero che ottanta grammi di pasta siano la dose corretta per un primo. Sfido chiunque a stabilire quanto pesa uno spaghetto in modo da calcolarne la quantità contando i pezzi prima di cucinare. Come dice la frase condivisa dalla pagina Facebook Gufetto stronzetto ripresa a sua volta da fanpage
La pasta non si pesa, si cala “a sentimento”
La frase fa sicuramente sorridere, ma sono convinto che tutti voi vi siate concentrati sul soggetto pasta anziché sull’espressione a sentimento. Il motivo è semplice: anche alla persona più emotiva di questo mondo pesa dover parlare dei propri sentimenti. Sicuramente è più difficile parlare dei propri sentimenti che del quantitativo di pasta da cuocere: sui secondi si può discutere in base ad una sorta di scuola di pensiero, sui primi no….e spero mi scuserete il gioco di parole.
I sentimenti sono unici ed irripetibili: ogni persona li percepisce a modo suo. Se ottanta grammi di pasta sono facilmente misurabili con una bilancia, non è possibile misurare l’importanza di un sentimento, perché non c’è un’unità di misura univoca. Una persona fredda, per esempio, non si lascerà molto influenzare da ciò che proverà chi sta vicino a lui, una persona calda farà l’esatto opposto.
L’empatia può aiutarci molto con i sentimenti, ma svilupparla può rivelarsi molto problematico, perché ci pesa mostrarci nudi (sentimentalmente parlando, ovvio), nei confronti di chi ci conosce bene.
La verità è che non dobbiamo avere paura di mostrarci per come siamo veramente. La maggior parte delle persone ci valutano come si pesa un piatto di pasta: a sentimento, cioè a prima vista. Sapendo questo, voi dovete invece darvi il tempo di conoscere il prossimo e farvi conoscere. Il resto, verrà da sè.