
Tutti abbiamo dei punti deboli o, come li chiama la frase condivisa dalla pagina Facebook Non siamo soli, delle vulnerabilità. La frase, però, ci ricorda anche che
Dalle tue vulnerabilità verrà fuori la tua forza
A tutte le persone è capitato che
- L’insegnante
- L’allenatore
- Il capoufficio
Elencasse quelli che sono i punti deboli del suo allievo o del suo sottoposto. L’importante che noi stessi crediamo nella possibilità di migliorare.
Occorre certamente esercizio. Nella tranquillità della nostra solitudine, possiamo scoprirci bravi dopo aver passato giorni esercitando un’abilità che vorremmo avere.
In questo senso, dovremmo prendere esempio dagli sportivi professionisti che possono contare su un allenatore. L’allenatore – magari coadiuvato da altri professionisti – ha le competenze necessarie per sviluppare i punti deboli e mantenere i punti di forza di chi mira ad ottenere un qualsiasi titolo.
Il primo allenatore, però, siamo noi stessi. Se una persona non credesse nelle capacità di migliorare in un qualsiasi ambito, non comincerebbe nemmeno a praticare una qualsiasi disciplina. Prendete esempio dal bambino che trovate nell’immagine di sfondo: magrolino, probabilmente con una vista imperfetta, ma crede di poter volare.
Se volete un esempio, pensate a Bebe Vio: la malattia che l’ha colpita poteva togliergli tutto, autostima compresa, rendendola una persona vulnerabile. La nota schermitrice, dalle sue apparizioni pubbliche e televisive, tutto sembra fuorché vulnerabile.
Normale avere bisogno di un aiuto esterno, necessario cercarlo e trovarlo. Gli amici servono proprio a questo, oltre che ad altro. Per migliorarci, dobbiamo anche e soprattutto distinguere gli amici dai nemici e, quindi, distinguere le critiche costruttive dalle opinioni altrui che vogliono solamente svilirci.
Una volta riusciti a fare questa distinzione, dovremmo essere in grado anche di allontanare chi ci fa del male e tenerci stretto chi ci vuole bene. Le critiche distruttive non servono a nessuno, quelle costruttive a tutti.