
Anche chi non ha mai seguito il basket è rimasto colpito dalla morte di Kobe Bryant. La frase postata oggi su Twitter da Dalla tua parte, ale ne è un esempio
Non ho mai seguito il basket e a stento ho capito chi fosse! Mi lascia sconvolta il fatto che fossero semplicemente padre e figlia, condividessero la stessa passione, e stessero andando ad una partita. Io, che un padre non l’ho mai avuto, lo ricorderò così.
L’immagine ritrae il cestista e la figlia con l’aureola davanti ad un canestro fra le nuvole.
Dalla tua parte, ale si rivela nel suo scritto una persona molto sensibile. Non nasconde che il basket non le interessa; le interessa solamente che sono morti un padre ed una figlia contemporaneamente.
Un pensiero sicuramente condivisibile ma che, purtroppo, non facciamo mai, perché vogliamo esorcizzare la morte. Questo tipo di esorcismo sembra non funzionare mai: la morte non si fa esorcizzare.
L’unico modo per esorcizzare la morte è vivere. Personalmente, credo che vivere significhi (anche) ritagliare del tempo per noi stessi e non procrastinare.
Spesso la stanchezza, la vita frenetica che facciamo quotidianamente o altri motivi, ci fanno accantonare i nostri interessi, i nostri obiettivi, persino la nostra famiglia con il pensiero
Ci penserò domani, oggi sono troppo stanco!
Non vi sto dicendo di ignorare o negare a voi stessi la stanchezza, ma di non farvi fregare dalla stanchezza stessa. Pensate, per esempio, al modo in cui sono morti Kobe Bryant e figlia: stavano andando ad una partita, stavano seguendo la loro passione. Non c’è sicuramente un bel modo per morire, ma seguire le proprie passioni è un modo per vivere fino alla fine.