
Avere moglie non significa essere felici, altrimenti non si spiegherebbero i divorzi. Esistono momenti in cui – seppur sposati – ci si sente soli e si pensa al suicidio. E’ ciò che è accaduto al protagonista della notizia che si legge oggi con il titolo
Pensa di scrivere alla moglie ma manda un messaggio alla Polizia Locale: salvato dal suicidio
La vicenda è finita bene, ma mi fa riflettere: spesso non vediamo la sofferenza nemmeno nelle persone più vicine a noi. Non solo: pensiamo che il solo compito della polizia locale sia di comminare multe e dirigere il traffico.
La vita di qualunque persona e qualsiasi categoria è molto più complessa di quanto possiamo vedere. Spesso ci lasciamo trarre in inganno dall’espressione sorridente che il nostro collega ha ogni mattina che entra in ufficio. Non ci sfiora nemmeno l’idea che possa indossare una specie di maschera.
In genere, chi soffre si trova in una situazione psicologica strana: vorrebbe parlare e confidarsi con qualcuno, ma pochi gli prestano la dovuta attenzione, perciò ha poche alternative
- Tenersi tutto dentro
- Rivolgersi ad uno specialista
- Trovare qualcuno che lo ascolti
In questo caso, la persona ha trovato qualcuno disposto a ascoltarla, ma ha dovuto arrivare ad un passo dal gesto estremo. Essere finito sui quotidiani, anche se senza nome, non può risolvere il suo problema: domani i quotidiani riporteranno altre notizie, noi ce ne saremo già dimenticati. La moglie ed i figli di qualsiasi persona hanno un rapporto particolare: da un lato sono le prime a cui vorremmo confidare il nostro malessere, dall’altro non vorremmo farli preoccupare.
Il punto di riferimento per chi si sente solo o in difficoltà dovrebbero essere gli amici: quelle persone con cui è bello trascorrere una serata in compagnia a divertirsi, ma è altrettanto bello e doveroso confidare il proprio malessere.