Controvento di Arisa nel 2014

Per dimenticare le polemiche dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, ho deciso di andare controvento. Ho rispolverato la canzone che Arisa presentò al Festival di Sanremo nel 2014, quindi  soffermandomi più sul passato che sul futuro.

Francamente, credo che il controvento di cui parla il brano sia un po’ quello che dovremmo fare l’un l’altro e che ripeto fino alla nausea in questo blog: ascoltarsi di più.

Solo ascoltando una persona può aiutare l’altra. Non è necessario essere tutti psicologi, basta essere sufficientemente empatici e, magari, drizzare le orecchie.

Il problema è proprio questo: quando ci parliamo l’uno con l’altro, non prestiamo attenzione a quanto diciamo. Anche se ci comportiamo nel modo più naturale possibile, non è escluso che si possa incorrere in uno scivolone: una persona potrebbe rimanere offesa

  • Dal modo in cui ci comportiamo
  • Dal tono di voce, se troppo irruento
  • Dagli atteggiamenti che teniamo nei suoi confronti

Il famoso proverbio

Chi tace acconsente

Non vale con i rapporti umani: non possiamo pretendere che ad una nostra azione non corrisponda una reazione da parte dell’altro. Qualsiasi reazione negativa implica un semplice messaggio: il ricevente, chiudendosi nel suo mutismo, può segnalarci – più o meno consciamente – che si sente offeso da qualcosa che abbiamo detto o fatto. Capirlo, in genere, è semplice: l’offeso tiene un comportamento diverso, tendente alla chiusura, nei nostri confronti.

Arrivati a questo punto, cercare di far aprire l’altro è come andare controvento: se non impossibile, quantomeno molto difficile. Forse con il tempo la rabbia ed il mutismo possono scemare. L’alternativa è di usare immediatamente un tramite che  – come nella canzone di Arisa – ci ascolti.

Questa persona non deve essere necessariamente uno psicologo, né deve sentirsi obbligato a riferire ad altri quanto accaduto: deve semplicemente ascoltarci, magari anche sgridarci, se necessario. Del resto, è un nostro momento di bisogno e gli amici si vedono in questi momenti.

2 pensieri riguardo “Controvento di Arisa nel 2014”

  1. Arisa si conferma quale la grande artista qual’è, una voce straordinaria tra le più apprezzate in Italia mi spiace per quello che le è successo, e ripeto in questopaese gli artisti sono sempre più accomunati a fenomeni da baraccone, dovremmo tutti ritornare nelle nostre torri d’avorio e non mendicare in televisioni pochi attimi di gloria, purtroppo si ha sempre meno coraggio di dire no, perchè se dici no non mangi.
    A me sono piaciuti ‘I Pinguini tattici nucleari’
    Bellissimo pezzo.

    1. Gli artisti potrebbero ritornare nelle loro Torri d’avorio, le persone comuni no.
      In linea teorica, un artista potrebbe non andare in TV o fare pochi concerti, comunque avrebbe un suo gruppo di fan, ed eviterebbe di diventare un fenomeno da baraccone. Se vogliamo, l’aveva fatto Lucio Battisti ancor prima dell’avvento dei social e del web: oggi pochi hanno questo coraggio (Mina, per dirne una)
      Prima di fare una cosa simile devi essere della grandezza di Battisti o di Mina, altrimenti non funziona. La domanda è: chi c’è di altrettanto grande ai giorni nostri? Pochi: Guccini, De Gregori, Celentano….Persone con carriere più che decennali alle spalle, che possono sicuramente contare su entrate derivante da royalties di un certo peso e che – comunque – hanno delle capacità comprovate da anni di carriera.
      Bello il pezzo dei Pinguini Tattici Nucleari, ma io ho preferito quelli di Francesco Gabbani ed Irene Grandi.

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