Finalmente è finito il Festival di Sanremo e ricominceremo ad ascoltare le canzoni che ci sono piaciute veramente. Nella mia personale playlist ci sarà sicuramente Finalmente io di Irene Grandi.
Il motivo per cui mi piace è lo stesso per cui non ha vinto quest’edizione del festival di Sanremo: finalmente abbiamo una canzone che parla effettivamente di libertà personale, ma le persone fanno di tutto per non sentirsi libere.
Le persone che lavorano e che si relazionano con il prossimo sono giustamente vincolate da leggi ed aspetti sociali in nome del vivere civilmente. Per quanto riguarda le leggi, il ragionamento è semplice: si può fare tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge, anche se la questione – in termini di diritto – è più complicata. In caso di rapporti umani, la questione è ancora più complessa: se non feriamo l’altro e non facciamo nulla che possa generare il biasimo altrui, siamo liberi di fare ciò che ci pare.
La domanda risulta banale
Quando saremo effettivamente liberi?
La risposta è altrettanto semplice: saremo effettivamente liberi quando smetteremo di giudicare il prossimo. Pensiamo ingiustamente che
- Tutte le persone ragionino come noi
- Se fanno il contrario di quanto prevediamo, allora stanno facendo qualcosa di illegale o – quantomeno – di incomprensibile, se non addirittura inconcepibile
In una parola, consideriamo la persona che non si comporta come vorremmo sbagliata. Ironia della sorte, quando vediamo una persona che è riuscita a conquistare la propria libertà psicologica, che equivale a non sentirsi sbagliati quando ci criticano, la ammiriamo.
Giusto fare domande sullo stile di vita del prossimo: è un modo per conoscersi meglio. Tuttavia, è fare quella stessa domanda per cercare di sedare la propria ansia e cercando di controllare tutto è ben diverso. Saremo effettivamente liberi quando faremo solo domande curiose e non giudicanti. Il prossimo non va capito in senso razionale, ma va accettato per ciò che è.