La paura del contagio da coronavirus a Milano mi ricorda quella della peste del 1630 . Manzoni descrisse bene quest’epidemia ne I Promessi sposi , che ho voluto ricordare con uno spezzone dello sceneggiato in cinque puntate mandato in onda dalla RAI nel 1989.
La scienza del XVII secolo non è certamente paragonabile a quella attuale. Invece, il comportamento delle persone ai giorni nostri ricorda molto quello dei nostri antenati, come se la scienza fosse stata ferma. Inoltre, al giorno d’oggi l’analfabetismo è molto più limitato che a quei tempi. Ciò renderebbe più semplice documentarsi a dovere sui modi di contagio.
Nonostante medici e personale sanitario invitino alla calma, sembra che chi non ha la cultura adatta per sapere come vadano veramente le cose sia più ascoltato dei dottori, portando solo paura e confusione.
Per questo motivo il contagio deve spaventarci: chi si ammala può guarire seguendo i consigli dei medici, mentre ascoltare i consigli del vicino di casa può prolungare o peggiorare la malattia.
È da quando esiste il web 2.0 che accade tutto questo. Internet è sicuramente comodo per propagare idee nuove o – anche – far conoscere quelle vecchie. Purtroppo, non controlliamo le fonti di chi dice cosa, permettendo ad ogni idea – anche quelle sbagliate – di prendere piede.
Internet deve essere visto solo come un modo per informarsi generalmente: deve essere abbandonata l’idea che su internet si possa trovare tutto il necessario. Sicuramente, si possono trovare le notizie più importanti, ma ciò deve produrre una sorta di contagio positivo: quello della curiosità di approfondire e di comparare le fonti.
Sicuramente, non diventeremo tutti scienziati. Tuttavia, ciò potrebbe limitare l’ignoranza dilagante e la poca volontà di aprire un libro di centinaia di pagine e leggerlo. Accendere un computer o la televisione è più semplice e meno faticoso,ma è anche meno appassionante.
Vero, Matteo, cambiano ed evolvono gli ambienti, gli strumenti, le circostanze, ma l’umanità rimane uguale a sé stessa, non abbiamo imparato nulla dalla storia, dai nostri errori: è questo il virus peggiore.
Finalmente un commento che tu definiresti approssimativo (nel senso che mi fa piacere che tu abbia commentato).
Credo che il problema sia semplicemente dovuta alla nostra superbia: non ci fidiamo del prossimo, figuriamoci di un medico che non conosciamo, seppur abbia fior di titoli (tipo Burioni). Crediamo di essere nel giusto. In realtà, la cosa giusta sarebbe essere consapevoli che dobbiamo lasciar fare a chi ne sa più di noi.
Esatto, una cosa che sembra banale e semplice ma che inspiegabilmente non si riesce a fare..